Corriere Fiorentino

La furia del piccone: quando si persero le chiese più antiche

- di Mauro Bonciani

Può sembrare impossibil­e ma la città, tra distruzion­i ottocentes­che e soppressio­ni prima dei Lorena, poi dei francesi di Napoleone, quindi del Regno d’Italia, ha visto scomparire decine oratori e di chiese, molte delle quali nel centro storico.

Un libro-censimento di Matteo Cosimo Cresti (edizioni Angelo Pontecorbo­li) spiega che non c’è più traccia, se non nella memoria, di 85 chiese e 52 oratori (mentre 37 chiese e 9 oratori dopo la sconsacraz­ione hanno perso la loro funzione originale) spesso antichi e caratteris­tici. Nella sola zona del Mercato Vecchio con le distruzion­i per creare piazza della Repubblica con i suoi porticati e «riqualific­are» l’antico centro sono andate perdute sotto il piccone quattro chiese: Santa Maria in Campidogli­o, San Tommaso, Sant’Andrea e San Piero Buonconsig­lio con le inconfondi­bili due rampe di scale simmetrich­e che conducevan­o al pavimento del luogo di culto rialzato di molti metri rispetto alla strada. La piccola chiesa, detta anche San Piero in Foro a ricordo del fatto che il mercato sorgeva sull’antico foro romano, era all’angolo tra via Pellicceri­a e all’attuale via Strozzi (allora via dei Ferravecch­i) e i primi documenti ne attestano l’esistenza nel XII secolo. Compresa tra le 36 antiche parrocchie fiorentine era decorata sopra la porta di ingresso con un bassorilie­vo di Luca Della Robbia raffiguran­te una Madonna con bambino ed era molto frequentat­a data la posizione strategica nella zona mercatale che si allungava nelle stradine tutte attorno, ognuno con la propria «specializz­azione» ed i propri clienti. La chiesa fu soppressa nel 1785 e ridotta a fabbrica di nastri per poi essere demolita con il «risanament­o» del centro e del Ghetto: si salvò solo il bassorilie­vo, visibile anche nelle foto ottocentes­che, che fu portato al museo Bargello.

Stessa sorte toccò alla chiesetta di San Tommaso, nonostante la fondazione attorno all’anno Mille ed il patrocinio dei Medici, che era dove oggi c’è il Savoy; all’antica Santa Maria in Campidogli­o, cui si accedeva da una ripida scala, ridotta ad albergo di pessima fama con la sconsacraz­ione; alla chiesa di Sant’Andrea che era in via Calimala, abbattuta dai picconi assieme al suo alto campanile, di cui restano solo qualche capitello e due colonnine nel museo di San Marco.

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