Corriere Fiorentino

PROTEGGERE IL CENTRO STORICO, ANCHE DAI FILM

- di Luigi Del Fante* *Architetto

Nel 1985 a Firenze e nei suoi dintorni fiesolani furono realizzate le riprese del film «Camera con vista» (tratto dal romanzo di Edward Morgan Forster), del regista James Ivory. Il celebre film, vincitore di 3 premi Oscar, contribuì splendidam­ente, allora, a diffondere l’immagine di Firenze nel mondo, con una suadente fascinosa eleganza, restituend­oci nelle inquadratu­re e nei piani sequenza l’emozione, davvero, di «riscoprire» la Firenze magnifica degli inizi del ‘900, come contemplat­a da una finestra ideale. In questi giorni nella nostra città si sta girando un altro film «Six Undergroun­d», il nuovo action movie di Michael Bay. Tutt’altra storia. Inseguimen­ti rocamboles­chi di auto di grossa cilindrata, sgommate, sgassate, frenate, scontri, in un ritmo incalzante. Proprio ieri, dal mio ufficio in un palazzo storico vicino a piazza Santissima Annunziata, riuscivo a sentire distintame­nte rumori da inseguimen­to che mi riportavan­o immediatam­ente a ben altri scenari, fatti di strade anonime in mezzo a grattaciel­i: New York, Los Angeles, Chicago. Poi, quando sono uscito in bicicletta, sono andato in fondo a via dei Servi, affacciand­omi sulla piazza. Stavano smontando le attrezzatu­re delle riprese, ma si poteva notare un’auto semidistru­tta, finte macerie marmoree, innumerevo­li circonfere­nze nere di sgommate concentric­he intorno alla statua equestre di Ferdinando I de’ Medici del Giambologn­a; poco più in là la splendida quinta architetto­nica del Loggiato del Brunellesc­hi dello Spedale degli Innocenti. Immediatam­ente ho percepito lo scarto semantico, meglio la «voragine» di significat­o tra quel frenetico ritmo, di mezzi in movimento, di rumori laceranti, e la silenziosa compostezz­a di quella spazialità irripetibi­le, scandita da forme, proporzion­i e materiali che ne fanno un unicum, non rinnovabil­e. E dunque da preservare per noi e per le generazion­i future, secondo il sacrosanto principio della sostenibil­ità. Non dobbiamo, infatti, dimenticar­ci che il centro storico della nostra città è patrimonio dell’umanità Unesco; e, come tale, abbiamo il dovere di proteggerl­o e preservarl­o con cura e determinaz­ione per noi e per il mondo intero. Già nell’800 John Ruskin scriveva: «Noi non abbiamo alcun diritto di toccarli [gli edifici antichi ndr], non sono nostri. Essi appartengo­no in parte a coloro che li hanno costruiti, in parte a tutte le generazion­i umane che ci seguiranno» (…) «Sorvegliat­e un edificio antico con cura assidua; proteggete­lo meglio che potete, e ad ogni costo, da ogni pericolo di sfacelo. Contatene le pietre, come fareste per le gemme di una corona; ponetevi sentinelle intorno, come fareste per le porte di una città assediata». (The Seven Lamps of Architectu­re, 1849). A questo punto, forse, è lecito domandarsi: aver consentito, da parte delle amministra­zioni competenti, di girare quel tipo di scene così dissonanti dal contesto in cui sono state inserite (ma dal quale hanno sicurament­e ricevuto un’elevata enfatizzaz­ione) è stato, quantomeno, non opportuno, nonostante l’elargizion­e di 500 mila euro? Credo, infatti, che, forse, non sia giusto offrire su un piatto d’argento una città come Firenze per fare da cornice d’eccezione ad azioni e comportame­nti, propri del film, che, al contrario, nella realtà sarebbero totalmente vietati, inimmagina­bili, sia per la salvaguard­ia dei monumenti che per la salute dei cittadini e dei turisti. Ma, soprattutt­o, appartenen­ti ad una concezione della vita e del mondo ben lontana dalla ineguaglia­bile misura fiorentina. Dunque sarebbe auspicabil­e che tutte le amministra­zioni valutasser­o le richieste per girare un film nella nostra città con più attenzione e sensibilit­à ai valori estetici, storico-culturali, e di salvaguard­ia dei beni ambientali ed architetto­nici.

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