MA I SILENZI NO
Un anno fa, quando gli estremisti di Forza Nuova entrarono nelle chiesa di Vicofaro, con le loro teste rasate e i loro vestiti aderenti, per vigilare «sulla dottrina» di don Biancalani trovarono ad accoglierli militanti del Pd, della sinistra, dell’associazionismo. Si fecero sentire le istituzioni, il governatore Enrico Rossi pochi giorni dopo andò a trovare il parroco dei migranti: «Non tutti i casi sono uguali, ma non si può neppure scherzare su certi temi. La nostra Costituzione è antifascista e antirazzista». Don Biancalani ha attirato su di sé tante, troppe attenzioni. Anche quando il suo centro di accoglienza è stato giudicato inadeguato e pericoloso per gli stessi migranti qualcuno — lo stesso parroco — ha strizzato l’occhio al complottismo, alla coincidenza che il provvedimento di chiusura non «fosse solo una coincidenza». Rossi il giorno dopo è andato di nuovo lì, da don Biancalani, annunciando «per equità» controlli (sacrosanti) in tutti i centri di accoglienza. Tutto questo mentre il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli chiedeva equilibrio, toni più bassi, maggiore rispetto per gli stessi richiedenti asilo in balia delle strumentalizzazioni politiche, delle ideologie.
Ieri il vescovo è rimasto solo. Solo, come di questi tempi sembra esserlo chi sta nel mezzo, chi predica anzitutto buonsenso. E dunque più vulnerabile perché il buonsenso non divide e perciò non attira le passerelle, o i clap clap delle fazioni. Lo striscione di Forza Nuova appeso sul portone della Curia di Pistoia è un fatto rimasto sottaciuto. Dal mattino alla sera. Due i commenti: la delirante rivendicazione dei fascisti e la nota coraggiosa di monsignor Tardelli: «Non ci facciamo intimidire». Non facciamo in tempo ad abituarci al peggio che subito arriva qualcosa di pessimo.