RIMEDI PER OGGI, IDEE PER DOMANI
Al sindaco Nardella deve essere costata non poco (si fa per dire) l’ordinanza contro i bivacchi in via de’ Neri se nel post che ha diffuso ieri, alla vigilia dell’entrata in vigore del provvedimento, si è sentito in dovere di augurarsi che i turisti continuino ad arrivare copiosi per comprare, soprattutto, tante schiacciate ripiene. Mah… A noi la città sembra talmente unta e bisunta, non solo in via de’ Neri, da sperare che in frotte arrivino piuttosto gli appassionati di avocados.
Battute a parte, l’ordinanza è stata varata ed è anche più severa di come era stata pensata in un primo momento. Nelle ore dei pasti non solo non si possono consumare alimenti seduti sui marciapiedi, ma neppure soffermandosi sulle soglie dei negozi e delle abitazioni, nonché in mezzo alla strada. E i divieti sono stati estesi al piazzale degli Uffizi, a piazza del Grano, a via della Ninna. Da oggi vedremo se e come i vigili riusciranno a far rispettare le nuove regole e a comminare le multe, comprese fra 150 e 500 euro.
La svolta non ci produce alcuna soddisfazione. Ci piacerebbe una Firenze nella quale non ci fosse alcun bisogno di imporre con la forza il rispetto di un minimo di decoro ed educazione civica. Ma è pur vero che da anni chiedevamo un intervento, nel rispetto di tutti quelli che in via de’ Neri hanno bottega o ci vivono (pochi, e con l’aureola dei martiri). Non è ammissibile che un solo esercizio commerciale, ancorché premiato dal successo per il talento di chi lo gestisce (complimenti), possa diventare la rovina di una via intera e un’offesa alla dignità di un pezzo di città (compreso l’aspetto igienico, perché le scene dei turisti seduti a mangiare per terra in mezzo ai piccioni sono davvero preoccupanti, oltre che imbarazzanti).
Resta una domanda: perché in Palazzo Vecchio si è aspettato tanto a prendere le contromisure? Perché troppe volte a Firenze prevale la logica del muro di gomma su cui far rimbalzare qualsiasi denuncia, o anche le semplici segnalazioni, nella speranza che il tempo tutto si inghiottisca?
Non è fatalismo. È superficialità. È incuria. Altro che la città che vive di contemporaneità, come continua a dire la vice sindaca Cristina Giachi per difendere la sciagurata scelta di consentire al regista Michael Bay le riprese di Six Underground che stanno provocando a catena blocchi del traffico e disagi oggi qui domani là. Nel film Firenze comparirà per 17 minuti di inseguimenti e scontri nel suo centro storico. E sarebbe questa la contemporaneità? La contemporaneità è invece la capacità di concepire una città che sia in grado di cambiare se stessa rimodulando la sua offerta culturale, valorizzando l’enorme patrimonio che le sta anche attorno, diventando mèta non solo di turismo ma anche di giovani in cerca di lavoro. Una Firenze aperta, attenta ai diritti di tutti e con servizi efficienti, dalla raccolta dei rifiuti al governo delle strade, con trasporti, parcheggi e piste ciclabili finalmente all’europea (e anche spazi attrezzati dove fare uno spuntino decoroso, per l’appunto...).
Riusciranno mai pubblico e privato a ritrovarsi insieme in questa impresa, complicata ma tutta protesa verso il domani?