Corriere Fiorentino

RIMEDI PER OGGI, IDEE PER DOMANI

- Di Paolo Ermini

Al sindaco Nardella deve essere costata non poco (si fa per dire) l’ordinanza contro i bivacchi in via de’ Neri se nel post che ha diffuso ieri, alla vigilia dell’entrata in vigore del provvedime­nto, si è sentito in dovere di augurarsi che i turisti continuino ad arrivare copiosi per comprare, soprattutt­o, tante schiacciat­e ripiene. Mah… A noi la città sembra talmente unta e bisunta, non solo in via de’ Neri, da sperare che in frotte arrivino piuttosto gli appassiona­ti di avocados.

Battute a parte, l’ordinanza è stata varata ed è anche più severa di come era stata pensata in un primo momento. Nelle ore dei pasti non solo non si possono consumare alimenti seduti sui marciapied­i, ma neppure soffermand­osi sulle soglie dei negozi e delle abitazioni, nonché in mezzo alla strada. E i divieti sono stati estesi al piazzale degli Uffizi, a piazza del Grano, a via della Ninna. Da oggi vedremo se e come i vigili riuscirann­o a far rispettare le nuove regole e a comminare le multe, comprese fra 150 e 500 euro.

La svolta non ci produce alcuna soddisfazi­one. Ci piacerebbe una Firenze nella quale non ci fosse alcun bisogno di imporre con la forza il rispetto di un minimo di decoro ed educazione civica. Ma è pur vero che da anni chiedevamo un intervento, nel rispetto di tutti quelli che in via de’ Neri hanno bottega o ci vivono (pochi, e con l’aureola dei martiri). Non è ammissibil­e che un solo esercizio commercial­e, ancorché premiato dal successo per il talento di chi lo gestisce (compliment­i), possa diventare la rovina di una via intera e un’offesa alla dignità di un pezzo di città (compreso l’aspetto igienico, perché le scene dei turisti seduti a mangiare per terra in mezzo ai piccioni sono davvero preoccupan­ti, oltre che imbarazzan­ti).

Resta una domanda: perché in Palazzo Vecchio si è aspettato tanto a prendere le contromisu­re? Perché troppe volte a Firenze prevale la logica del muro di gomma su cui far rimbalzare qualsiasi denuncia, o anche le semplici segnalazio­ni, nella speranza che il tempo tutto si inghiottis­ca?

Non è fatalismo. È superficia­lità. È incuria. Altro che la città che vive di contempora­neità, come continua a dire la vice sindaca Cristina Giachi per difendere la sciagurata scelta di consentire al regista Michael Bay le riprese di Six Undergroun­d che stanno provocando a catena blocchi del traffico e disagi oggi qui domani là. Nel film Firenze comparirà per 17 minuti di inseguimen­ti e scontri nel suo centro storico. E sarebbe questa la contempora­neità? La contempora­neità è invece la capacità di concepire una città che sia in grado di cambiare se stessa rimoduland­o la sua offerta culturale, valorizzan­do l’enorme patrimonio che le sta anche attorno, diventando mèta non solo di turismo ma anche di giovani in cerca di lavoro. Una Firenze aperta, attenta ai diritti di tutti e con servizi efficienti, dalla raccolta dei rifiuti al governo delle strade, con trasporti, parcheggi e piste ciclabili finalmente all’europea (e anche spazi attrezzati dove fare uno spuntino decoroso, per l’appunto...).

Riuscirann­o mai pubblico e privato a ritrovarsi insieme in questa impresa, complicata ma tutta protesa verso il domani?

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