Bassetti: «Accogliere, non speculare»
Dal caso Diciotti all’inchiesta sulle coop cattoliche. Intervista al presidente della Cei
«Guai agli scandali», è il grido del cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, contro coloro che trasformano l’accoglienza in vantaggio economico. Tuttavia il prelato fiorentino conferma la posizione della Chiesa nei confronti dei migranti anche se, precisa, «la carità va coniugata con la responsabilità». Poco importa se il coraggio dell’accoglienza può comportare una diminuzione di consensi perché, spiega il presidente dei vescovi italiani, il Vangelo non è sottoposto al metro dei sondaggi politici.
Eminenza, nella vicenda della Diciotti le è stato riconosciuto un ruolo di «regia». C’è chi ha però criticato l’intervento, ritenendolo improprio da parte della Cei, o addirittura un favore all’attuale governo. Cosa risponde?
«La Chiesa difende la vita in ogni circostanza e interviene sempre in difesa degli ultimi in ogni parte del mondo. Lo ha sempre fatto e sempre lo farà. Non è mossa da una volontà di rivendicazione sociale ma da una vocazione d’amore nel nome di Dio. Come ci ha insegnato Paolo VI, la Chiesa è “esperta di umanità” e non vuole “minimamente intromettersi nella politica degli Stati”. Essa ha una sola missione: rendere testimonianza alla verità per salvare e non per condannare, per servire e non per essere servita».
Quale è stata la risposta delle Diocesi per l’accoglienza dei profughi della Diciotti?
«Ho avuto la disponibilità immediata di ben 45 diocesi italiane. E questo è un dato molto significativo. La Chiesa italiana nonostante le quotidiane difficoltà è un corpo vivo in tutte le sue membra: dai volontari ai laici, dai presbiteri ai Vescovi. Noi non ci tiriamo indietro».
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sua posizione sugli immigrati. Famiglia Cristiana ha pubblicato in copertina «Vade retro, Salvini», ma molti votano il leader leghista proprio per la sua posizione dura sull’immigrazione. Non vede un rischio di spaccatura per la Chiesa?
«La Chiesa, sin dalle sue origini, si prende cura dei forestieri e dei migranti: è una missione evangelica con una grande tradizione pastorale alle spalle, penso ad esempio a grandi vescovi del passato come mons. Geremia Bonomelli, e non è certo un progetto politico da valutare con un sondaggio d’opinione. La Chiesa non ha interessi politici e men che meno di governo. Alla Chiesa interessa il giudizio di Dio, il Vangelo, la Dottrina sociale e il bene comune».
Il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli ha detto: sì all’accoglienza ma senza ideologismi. Vede anche lei in certe realtà cattoliche il tarlo dell’ideologia dell’accoglienza?
«In questi ultimi anni ho ripetuto spesso che l’accoglienza e l’integrazione si declinano in unico modo: coniugando la carità con la responsabilità. Queste due dimensioni non vanno mai sciolte. I poveri e gli ultimi, in questo caso i migranti, ci stanno a cuore per “diritto evangelico” come disse Montini. Con la stessa pre-
mura, inoltre, abbiamo a cuore quelle comunità di uomini e donne che accolgono gli “sconfitti della vita” come li chiamava Giovanni Paolo II. Bisogna evitare, infatti, in tutti i modi, una guerra fratricida tra poveri».
Anche a Firenze è scoppiato lo scandalo, in cui sono coinvolte cooperative cattoliche, dell’accoglienza come business. Come si può conciliare con l’etica religiosa?
«Gesù nel Vangelo di Matteo ci esorta con forza: “Guai agli scandali!”. Perché chi scandalizza anche solo uno dei piccoli che credono sarebbe meglio gli fosse appesa una macina al collo e venisse gettato negli abissi del mare. Ogni speculazione, spreco o ingiustizia deve essere sanzionata con fermezza. Allo stesso tempo però la retorica del business sui migranti che trova spazio sul web e su alcuni giornali non mi appassiona. Mi ricorda vecchie propagande che stigmatizzavano gli aiuti economici che lo Stato forniva per assistere quelle persone disabili che venivano definite come “vite indegne di essere vissute”. È del tutto ovvio che per aiutare i migranti servano delle risorse e del personale adeguato ad erogare questi servizi. Che sono sempre servizi alla comunità».
Il Papa è nel mirino di accuse pesanti. C’è davvero una possibilità chesi dimetta?
«Ho incontrato il Santo Padre recentemente e l’ho visto molto sereno. Di fronte ad ogni avversità il Papa reagisce dicendo: “L’importante è fare ciò che ci chiede il Vangelo”. Riguardo a questi dossier le parole pronunciate oggi da Francesco sono stupende: “Silenzio e preghiera con chi cerca scandalo”. Le faccio mie e le propongo a tutta la Chiesa italiana».
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