Il cuore di Sant’Ambrogio che la guerra salvò dal rischio boulevard
Non è una piazza storica — ha appena una settantina di anni di vita — ma è entrata presto nel cuore dei fiorentini, nuovo baricentro del quartiere di Sant’Ambrogio, grazie al giardino, alla Loggia del Pesce, e soprattutto al mercatino delle pulci traslocato ormai in piazza Annigoni.
Piazza dei Ciompi nasce infatti nel dopoguerra su un’area piena di macerie dopo il «risanamento» della zona fra via Ghibellina e via Pietrapiana, con l’abbattimento di molte case. Il «risanamento» originariamente doveva essere di diradamento di una zona fatte di abitazioni misere e addossate, ma poi si trasformò in un’opera di demolizione indiscriminata, con l’intenzione di creare una nuova grande e larga strada dal Duomo verso Sant’Ambrogio, e che doveva interessare il quadrilatero delimitato dalle vie dell’Agnolo, Verdi, Pietrapiana e borgo Allegri. Le distruzioni avviate nel 1936 furono per fortuna interrotte dalle priorità belliche. Passata la guerra iniziò la ricostruzione nei lati ovest e sud della piazza che si voleva creare e nel 1948 la piazza fu battezzata in onore ai Ciompi, il cui tumulto nel 1378 era iniziato proprio tra Santa Croce e Sant’Ambrogio. Nel 1955 in piazza — per iniziativa del «Comitato per l’estetica cittadina» sotto la direzione dell’ingegnere Giulio Cesare Lensi Orlandi Cardini e grazie a un finanziamento della Cassa di Risparmio di Firenze — fu innalzata la Loggia del Pesce che si trovava nel mercato vecchio ed era stata smontata nel 1899 e si discusse se riposizionare lì anche la colonna dell’Abbondanza, sempre proveniente dal mercato vecchio che invece alla fine fu riportata in piazza della Repubblica, dove era stata per secoli. E sempre per fare della piazza un nuovo polo attrattore fu deciso di crearvi un mercatino delle pulci, che ebbe subito successo tra fiorentini, finendo nelle guide di tutto il mondo. Spazzato dall’alluvione del 1966 assieme a tutte le botteghe della zona, due anni dopo fu ridotto in cenere da un incendio e quindi fu realizzata la struttura in ferro vetro e con il tetto in eternit, demolita nell’inverno 2016. Ora toccherà a librerie indipendenti e fiorai dargli una nuova vita. Almeno un sabato al mese.