Corriere Fiorentino

La protesta dei rigattieri E in largo Annigoni aperti 8 banchi su 26

- Giulio Gori

In piazza dei Ciompi 500 fiorentini fanno festa, qualcuno invece chiude «per lutto». Sono sei negozianti che tirano giù la saracinesc­a per protestare contro una piazza senza (ormai per sempre) il suo storico mercato delle pulci: «Siamo in lutto per la morte del mercatino, qui ci si riempie la bocca con la parola tradizione — dice Fabio Innocenti, titolare di Cose Vecchie — Scommetto che tra dieci anni qui ci saranno solo kebabbari, pizzerie e gelaterie».

Poche ore prima, sono le tre di pomeriggio, i banchi del mercato delle pulci di largo Annigoni sono ancora quasi tutti chiusi. Solo otto chioschi su ventisei sono aperti. Passano i minuti e il mercato non si rianima: «Macché, non erano in pausa pranzo, hanno già fatto chiusura: quando fa così caldo di pomeriggio è quasi inutile lavorare», dice uno dei pochi superstiti. Largo Annigoni è deserta, il clima è pesante: l’inaugurazi­one della nuova piazza dei Ciompi? «Mi lascia indifferen­te», «non mi fa nessun effetto», dicono i rigattieri. «In realtà è rassegnazi­one», rivela Vincenzo. «Mercato delle pulci» è lo striscione che cerca di spiegare ai forestieri che non si tratta di un campeggio di sfollati, ma dello storico mercato di Firenze: «Rispetto a piazza dei Ciompi, qui ci sono molti meno stranieri — spiega un’ambulante — La mattina va meglio perché di fronte c’è il mercato di Sant’Ambrogio». Una collega, Claudia, esce fuori dal suo chiosco con un lenzuolo bianco in mano, è una furia: «Io ci scrivo qualcosa sopra e vado in piazza dei Ciompi a urlargli qualcosa, glielo do io il taglio del nastro… Non si può fare bello un pezzo di città per farne morire un’altro. Si sta a giornate intere in questo deserto, si dà sangue e anima, e certi giorni non ci si ripaga neanche il pranzo. E pensare che questo è l’unico mercato di soli fiorentini...». Ai Ciompi non ci andrà, la protesta si esaurisce in uno sfogo. Vincenzo e Daniele sono più calmi, ma la loro analisi non è meno dura: «Quando è caldo il lastricato ci fa ribollire e ci tocca chiudere, quando piove l’acqua arriva alle caviglie e ci tocca chiudere — dicono — E poi nessuno sa che siamo qua. Non è un problema di passaggio: a Parigi il mercato delle pulci è a Porte de Clignancou­rt, molto fuori mano, eppure è pieno di turisti. Qui Palazzo Vecchio non ha fatto nulla per renderci visibili, se uno va su internet c’è ancora scritto ovunque che siamo in piazza dei Ciompi». A quasi tre anni dallo storico trasloco, neppure i cartelli sono stati cambiati: in viale Giovine Italia all’angolo con via dell’Agnolo c’è ancora la vecchia insegna marrone che recita: «Mercatino antiquario. Piazza dei Ciompi».

Nel vuoto di largo Annigoni spunta un turista svizzero: «Sulla mia guida c’è scritto ancora il vecchio indirizzo. Qui ci sono arrivato passandoci per caso». C’è chi, come Claudia, come Paolo, hanno comprato il banco quando era già in largo Annigoni: «Sapevamo che non era piazza dei Ciompi, ma non immaginava­mo che le cose andassero così male». La speranza, ora, è affidata al progetto del nuovo mercato. I bancarella­i sono stati convocati dal Comune per il 26 settembre, i lavori — dice l’assessore Cecilia Del Re — «dovrebbero partire entro fine mese»: i chioschi sistemati su un unico corridoio, con un tetto che consenta di lavorare nei giorni di pioggia. «L’importante — dicono molti — è che non ci facciano lo scherzo di fare i lavori durante le feste di Natale».

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Il mercato di piazza Annigoni ieri pomeriggio: solo otto banchi sono aperti su ventisei. Sotto, al protesta in piazza dei Ciompi
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