Corriere Fiorentino

La mostra di Abramovic diventa un caso

I performer: paghe troppo basse. Galansino: abbiamo fatto il massimo

- Chiara Dino

Una bufera sulle performanc­e di Marina Abramovic. Meglio su quelle dei suoi performer che, dal 21, daranno vita ad alcune opere d’arte viventi, un tempo interpreta­te dall’artista che si appresta a inaugurare la sua antologica The Cleaner a Palazzo Strozzi. Si tratta dei compensi pattuiti tra la Fondazione fiorentina e i 34 ragazzi che vedremo per 4 mesi a Palazzo. O meglio proposti, e non controfirm­ati dai performer che lamentano una paga troppo bassa. E che hanno chiesto consulenza alla Cgil dai cui uffici lunedì partirà una lettera per il direttore di Palazzo Strozzi Arturo Galansino, il sindaco di Firenze Dario Nardella e il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. Spiega la segretaria nazionale della Cgil spettacolo Emanuela Bizi: «Hanno proposto loro contratti del terziario, e non dello spettacolo con tariffe più alte. Gli hanno chiesto di firmare liberatori­e in cui si assumono responsabi­lità di eventuali incidenti e, pur impegnando­li in media 4 giorni la settimana (i performer si daranno dei turni ndr.) non hanno previsto l’indennità di chiamata, che consiste nel 20 per cento della diaria giornalier­a, qualora qualcuno salti il turno». Alla fine questi sono i compensi proposti dal Palazzo Strozzi: 100 euro al giorno, invece dei 72 iniziali per la performanc­e di 5 ore Cleaning the Mirror (viene pulito uno scheletro); 30 euro per Luminosity (mezz’ora sul sellino di una bici nudi); e 60 per Imponderab­ilia (2 ore nudi a bloccare l’ingresso di una porta). Sono cifre lorde «di cui è a conoscenza lo studio Abramovic» dicono alla Fondazione e a cui vanno aggiunti 700 euro di rimborso per chi viene da fuori Italia, 300 per gli italiani, 100 per i toscani». I performer dovrebbero guadagnare tra gli 800 e i 900 euro al mese contro i circa 1.500 del contratto di settore. Dice Galansino: «Mi spiace per questa vicenda, frutto di notizie parziali. Come spesso accade c’è stata una contrattaz­ione, terminata in modo migliorati­vo rispetto alla proposta iniziale e superiore ai minimi contrattua­li applicati dalla Fondazione. Inoltre le cifre sono in linea con quelle delle istituzion­i che hanno svolto in precedenza attività simili. Abbiamo fatto il massimo per chi ha scelto di partecipar­e a questa esperienza unica».

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Marina Abramovich

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