FONDATA SUL LAVORO?
Si fa presto a dire che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Per i settanta dipendenti della Provincia e del Genio Civile beccati a Massa e Carrara con l’accusa di «prassi di assenteismo ingiustificato» per aver sottratto 2.600 ore di lavoro al servizio pubblico in circa 5.000 episodi di assenze il lavoro era l’ultimo dei problemi. O almeno lo era quel lavoro, sicuro, a tempo indeterminato e senza controlli. Perché tanti si assentavano anche per un altro lavoro. «Bisogna rivedere il sistema dei controlli a fronte di un senso etico che va scemando», ha detto il procuratore di Massa Aldo Giubilaro.
A poca distanza si tiene in questi giorni la tredicesima edizione del festival «Convivere», diretto dal filosofo Remo Bodei e incentrato sul tema del lavoro. Si discute degli scenari futuri, dell’automazione e della globalizzazione. Di quello che è stato chiamato, con il titolo di un libro curato da due sindacalisti (Alberto Cipriani e Alessio Gramolati) e da un filosofo (Giovanni Mari) Il lavoro 4.0. La Quarta Rivoluzione industriale e le trasformazioni delle attività lavorative. O con quello di un altro libro da leggere, del professore di Economia dell’innovazione Mauro Lombardi, Fabbrica 4.0: i processi innovativi nel multiverso fisico-digitale. La sottrazione del lavoro fisico e mentale da parte degli automi non è fantascienza, se a Los Angeles ci sono robot che preparano i panini ai clienti dei bar.
Se ci spostiamo a Figline troviamo invece un altro problema. Il lavoro sottratto da una gestione industriale piratesca che, profittando della globalizzazione, intende spostare la produzione ad alta tecnologia della Bekaert dove il lavoro costa meno, lasciando sul lastrico decine di famiglie.
Come troppo spesso accade in Italia, anche in Toscana si presenta un’immagine del lavoro schizofrenica e paradossale. Chi ce l’ha protetto e assistito, e non solo nel settore pubblico, spesso non ha le adeguate motivazioni per svolgerlo seriamente, lo trascura e nei casi peggiori delinque con l’assenteismo. Chi lo perde, lo reclama con forza. È esemplare l’orgoglio degli operai di Figline o delle acciaierie di Piombino nel rivendicare l’eccellenza della loro produzione.
Giacomo Giannarelli (M5s), presidente del gruppo consiliare M5S Toscana, ha presentato il festival di Carrara sottolineando la necessità di «riportare dignità nel mondo del lavoro».
Ma come, se non rinnovando la motivazione di tanti lavoratori, specie dipendenti, spesso privi di aspirazioni di carriera e appiattiti dall’assenza di premi al merito; controllando meglio gli assenteisti, a tutti i livelli; investendo nelle persone, oltre che nella tecnologia. Perché, se il lavoro del futuro sarà sempre più automatizzato, la dignità dei lavoratori rimarrà il fulcro di ogni impegno produttivo. Senza esseri umani non c’è progettazione, innovazione, creatività. E se i robot liberano gli uomini dalla fatica fisica, ogni sforzo va fatto per arricchirli nella loro dimensione mentale e culturale. Sottraendoli al consumismo mercificato. Perché tutti possano trovare, come ha scritto Bruno Trentin «in qualsiasi tipo di lavoro, l’opportunità di realizzare un “progetto personale”».