Pd, Bonafè già vede il traguardo Ma nei circoli votano in pochi
In Toscana oltre il 70% dei consensi alla candidata renziana. Ma a Sesto vittoria al fotofinish
Un voto che serve soprattutto per pesarsi dentro al partito si sta trasformando in un doccia fredda: nei circoli, per il congresso regionale, vanno ormai a votare il 30% degli iscritti. Con punte di 40% nel capoluogo, giura il segretario fiorentino Massimiliano Piccioli. Ma quando vedi il Circolo Vie Nuove, storico emblema della forza del «partito», con sparute persone al voto, e su 185 iscritti (e solo qualche anno fa erano 400) vanno al voto in 79, qualcuno, anche tra i vincenti, le domande comincia a farsele.
Il congresso regionale in realtà è un termine improprio. In questa fase, i circoli sono chiamati a verificare che i due candidati, l’eurodeputata renziana doc Simona Bonafé (già ora sensibilmente avanti, con il 71,5%) e l’orlandiano Valerio Fabiani (che comunque non si aspettava il quasi 30%), abbiano almeno il 5%. E quando questo è confermato, dovranno vedersela alle primarie aperte del 14 ottobre. Ma se in una fase in cui il partito si mobilita, sperando di riprendere forza mentre emergono le contraddizioni del governo giallo-verde (soprattutto sui conti e la manovra di bilancio), tutti — renziani e non — si aspettavano di più. E la conta interna sugli iscritti — è il refrain sottotraccia tra i dirigenti democratici — più che dire chi è avanti, parla di quanto sia debole la mobilitazione.
«Considerando che si votava nell’ultimo fine settimana di possibile “mare” e in giorni feriali, siamo contentissimi», giura Piccioli. «Al congresso nazionale eravamo al 50%, ora siamo al 40%, ci anche può stare» aggiunge quello metropolitana Marco Recati. Ma c’è un altro dato che esprime questo lento calo di partecipazione. Ad oggi, con le iscrizioni 2018 aperte fino a settembre, aggiungendo quelli del 2017, il Pd ha 41.329 iscritti. Circa 5 mila in meno di quelli che, un anno fa, dichiarava il segretario regionale Dario Parrini.
Ma andiamo alle percentuali di voto, nei singoli circoli della regione. In quello Oltrarno, 121 iscritti, si sono presentati in 32: ha vinto Bonafé 19 a 13: il 26%. A Vie Nuove, ha votato il 42% (ma quando si presentava Matteo Renzi, c’era la sala da 300 persone piena, gira tra i renziani una foto al voto con il deputato Francesco Bonifazi, punto di riferimento del circolo, con altre 4 persone, non l’hanno neanche mandata ai giornali). A San Bartolo, ha votato il 44% degli iscritti: ma basta spostarsi ad Incisa e vedere, con la vittoria peraltro di Fabiani, solo il 30% degli iscritti presentarsi. Due sorprese si sono registrate a Rifredi ( su 47 votanti, 22 hanno scelto Bonafè, 25 Fabiani) e a Sesto Fiorentino con il quasi i pareggio nella ex roccaforte renziana: 48 voti per Fabiani 47%, 55 Bonafé 53%. A Figline e stravince Bonafè, con il 70% di iscritti votanti, a Matassino se la giocano per tre voti: 11 Fabiani, 8 Bonafè. Ci sono poi altre sorprese: a Prato, terra del potente ex sottosegretario Antonello Giacomelli (franceschiniano), Fabiani strappa tre circoli, tra cui quello di Vergaio (7 contro 6), e Sant’Ippolito. Poco roba, ma dato che i renziani si aspettavano di finire 90 a 10, qualcuno mugugna. In val di Cornia, vince Simona Bonafè, proprio nella terra dell’avversario orlandiano (sostenuto anche dai pro Emiliano, come Paolo Bambagioni). Fabiani vince anche nei circoli empolesi (che a Renzi ha dato un grande appoggio) a Ponte a Elsa-Molin novo-Bresciana e a Case nuove, a Castelfiorentino al Circolo di Cambiano. Ma Bonafé è comunque irraggiungibile, qui arriva al 70,72%. Anche se il top, al momento, ce l’ha a Firenze, con il 82,33%, superata solo dalla provincia di Lucca e MassaCarrara di un punto.
A Riglione (Pisa), Fabiani vince 21 a 0: cioè nel circolo diventato caso nazionale perché dopo 70 anni non hanno organizzato la festa de L’Unità (e qui ha votato il 41,18%). Bonafé poi vince, ma solo sul filo, al circolo Le Panche a Firenze. Alla fine di ieri sera, Bonafé è al 71,47%. Irraggiungibile, ma sotto alle aspettative dei renziani.
Il vero nodo sono però le primarie del 14 ottobre: «Stiamo cercando di fare il più alto numero possibile di seggi» dice Recati. Qui, non si possono fare previsioni sull’affluenza, Parrini era candidato unico. A quelle nazionali, il 30 aprile del 2016, votarono in 210 mila.
❞
Da via Forlanini Considerando che si votava nell’ultimo fine settimana di mare e in giorni feriali siamo contentissimi per come sta andando