Cinque milioni dall’ Europa per ristrutturare il museo di via Romana
Cinque milioni (da Europa e Ateneo): «Lavori da inizio anno, possibili chiusure»
Il museo della Specola rinasce. Partiranno a inizio 2019 i lavori di ristrutturazione e consolidamento che porteranno, in circa due anni, al rinnovamento del primo piano del museo e di parte dell’impiantistica. Un progetto da cinque milioni di euro, provenienti da fondi europei (assegnati tramite la Regione), e da un finanziamento dell’Università (proprietaria de la Specola), che ha già stanziato un ulteriore budget di tre milioni di euro per un secondo intervento. «In questa prima fase trasferiremo qui la collezione mineralogica che si trova in via La Pira, ma è chiusa al pubblico da circa un anno — dice il presidente del Polo Museale di Ateneo, professor Marco Benvenuti — il nucleo originario è di epoca medicea, e poi si è arricchito con acquisizione importanti, come quella dei cinquemila “elbani”, campioni di minerali dall’Elba acquisiti nell’Ottocento».
La collezione andrà così ad integrare la raccolta di minerali già presente a La Specola, nel Torrino, originariamente dedicato all’osservatorio astronomico (da qui il nome del museo: «specola», sinonimo, poco usato, di «osservatorio»). Una parte essenziale dei lavori riguarderà gli impianti, a partire dall’aria condizionata. Verrà installato un sistema modernissimo e modulare, che consentirà, in futuro, di poterci collegare anche le altre sezioni del palazzo. «Adesso esiste un impianto di condizionamento ma si è sempre cercato di impattare al minimo con il museo; siamo in un palazzo del Trecento, col tempo ci sono stati vari interventi di manutenzione ma ora ci stiamo avviando ad una sistemazione più ampia, già avviata dal mio predecessore, professor Guido Chelazzi».
Si rifarà quindi anche l’impianto di riscaldamento, l’impianto elettrico, e si procederà al consolidamento delle strutture. «Ci siamo accorti di alcuni problemi nei solai, che saranno quindi risolti». Per completare gli interventi si prevede una durata dei lavori di circa due anni: in questo periodo il museo sarà chiuso parzialmente, ma è molto probabile che almeno per un periodo si dovrà chiudere l’intera struttura. Ma il progetto complessivo è molto ambizioso: «Non credo di vederlo finito prima di andare in pensione», dice Benvenuti, il cui mandato scade nel 2020 (ma può essere rinnovato per altri tre anni). Si sta già lavorando per trovare altri fondi, oltre ai tre milioni dell’Università, per la seconda fase dei lavori, e si mira ad arrivare al rinnovamento completo della struttura.
Intanto, da martedì 9 a domenica 21, il museo accoglie uno spettacolo teatrale d’eccezione: «La signorina Else». Lo porta in scena il regista Federico Tiezzi, che lo aveva ideato per il teatrino anatomico di Pistoia e che adesso lo ha ripensato per il suggestivo salone degli scheletri, al piano terra del palazzo di via Romana. Fra le ossa di imponenti mammiferi, prenderà vita la storia, scritta da Arthur Schnitzler, di una ragazza, interpretata da Lucrezia Guidone, costretta a spogliarsi per far ottenere dei soldi alla propria famiglia.