Sull’aeroporto adesso frena anche la Lega
Il Carroccio toscano: il masterplan da cambiare, puntiamo su un city airport e Pisa resti centrale
La Lega toscana dice no al masterplan di Peretola e alla nuova pista da 2.400 metri, approvando all’unanimità un documento che mira a mantenere la centralità di Pisa.
Approvato all’unanimità, sarà discusso con il sottosegretario alle Infrastrutture Siri in un incontro che si svolgerà ad ottobre
La Lega toscana apre il fronte di Peretola. Boccia il masterplan di Toscana Aeroporti che prevede la pista da 2.400 metri, attualmente all’esame della Conferenza dei servizi a Roma, e dice sì alla messa in sicurezza del «Vespucci» e al potenziamento ferroviario tra Firenze e Pisa. È questo il senso del documento politico che il Carroccio regionale ha inviato ai suoi vertici nazionali e che il 19 ottobre sarà discusso con il sottosegretario leghista alle Infrastrutture Armando Siri in un incontro che si svolgerà in Toscana.
Per i leghisti toscani lo scalo di Peretola va messo in sicurezza prevedendo anche un allungamento della pista attuale, ma il progetto della società che gestisce il polo aeroportuale toscano non va bene. «È troppo impattante, come dimostrano le oltre cento prescrizioni richieste dalla Valutazione di impatto ambientale», spiegano dal Carroccio, in cui sta prendendo campo l’idea di «un city airport con una pista da 2.000 o 2.200 metri». «Ma non ci impicchiamo ai metri né ai gradi dell’orientamento della pista, lo decideranno i tecnici — è il ragionamento che fanno in casa leghista — Il punto è che Firenze ha un problema di sovraffollamento turistico che faticherà a gestire se aumentano i flussi, mentre la costa ha il problema opposto e anche per questo Pisa deve restare centrale».
Ed ecco perché il partito di Matteo Salvini chiede l’impegno del governo e degli Enti locali sul potenziamento della linea ferroviaria tra Firenze e la città della Torre pendente e, per quanto riguarda i collegamenti stradali, la realizzazione della Tirrenica nella nuova versione «light» sul tracciato dell’Aurelia. Questa attenzione alla costa — dove i leghisti governano Pisa e Massa dal giugno scorso, oltre a Cascina — è un segno distintivo della regione immaginata dal Carroccio, oggi la forza politica trainante del centrodestra anche in Toscana.
Su Peretola la scelta della Lega è stata quella di prendere «una posizione intermedia tra il masterplan voluto dal Pd e il no dei Cinque Stelle». Sia come sia, si tratta comunque di una svolta per il Carroccio toscano, dove fin qui convivevano due linee: quella favorevole allo sviluppo dell’aeroporto di Firenze così come è disegnato nel masterplan, rappresentata dal segretario regionale Manuel Vescovi e dai dirigenti fiorentini; e quella più critica, di cui è portabandiera il sindaco di Cascina Susanna Ceccardi, che nutre dubbi sulle conseguenze che la crescita di Peretola potrebbe avere sullo scalo di Pisa. A prevalere alla fine è stata la linea della «leonessa», come l’ha ribattezzata Salvini. È stata lei a portare il documento con il no all’attuale masterplan di Peretola nel consiglio nazionale (il direttivo regionale) della Lega toscana di venerdì scorso, che l’ha approvato all’unanimità. C’era sicuramente la volontà di entrambe le parti di arrivare ad una posizione unitaria, per dimostrare che la Lega parla con una voce sola non solo su sicurezza e immigrazione ma anche su un tema così importante come le grandi opere, tant’è che il segretario Vescovi festeggia: «Sono soddisfatto, l’unità è un valore importante per noi». Ma il voto favorevole dei fiorentini e dei pro-masterplan di Toscana Aeroporti ha sorpreso un po’ anche Ceccardi e i suoi fedelissimi. Forse a pesare politicamente è stato anche il fatto che, notizia di pochi giorni fa, Salvini ha voluto la sindaca di Cascina come consigliera al ministero dell’Interno: un endorsement di fatto, che è arrivato dopo tanti segnali di attenzione da parte del leader leghista, che già nel 2016 andò a Cascina a sostenere Ceccardi prima del ballottaggio poi vinto contro il Pd.
La pupilla di Salvini è al momento il nome più forte del Carroccio per le elezioni regionali del 2020, ma non solo: potrebbe presto divenire anche commissaria regionale del partito, perché il mandato del segretario Vescovi è scaduto in estate e la scelta sarà tra una gestione-ponte e il congresso, ipotesi sconsigliabile a pochi mesi dalle Amministrative a Firenze, Prato, Livorno e in altri 180 Comuni toscani circa. E proprio in vista dell’appuntamento elettorale del 2019, i salviniani non vogliono aprire uno scontro aperto in Toscana con i Cinque Stelle, né sulle grandi opere né su altro, visto che governano insieme a Roma e che i consensi dei grillini possono far comodo ai ballottaggi.
Il documento politico