Sgambetto al Var
SOLITI COSTUMI, SOLITI PROCESSI
Sulla vittoria della Fiorentina si addensa l’ombra di un rigore inesistente che rinnova l’eterno ritornello calcistico della legge di compensazione. Contro l’Inter proteste degli alti gradi della società viola per l’arbitraggio di Mazzoleni, ieri un rigore a favore per un «inciampo» di Chiesa appena entrato in area. Passano gli anni, ma gli usi e costumi rimangono quelli. Ora, come vuole la consuetudine, nel mirino degli arbitri entrerà Chiesa, già sentenziato nelle trasmissioni televisive nazionali. Contro l’Atalanta si era visto poco, ma ha determinato le due situazioni decisive: rigore e punizione gol di Biraghi. Così come si era vista poco la Fiorentina, imprecisa, slegata e stanca in modo inatteso. Soltanto Veretout e Pezzella hanno giocato al massimo, e anche oltre, compensando il minimo di molti altri. Era bastato un semplice espediente di Gasperini, un cambio di fascia del rapido Papu Gomez, per imbrogliare la Fiorentina. Gomez, che di solito gioca a sinistra, si è piazzato a destra, cioè nel lato della difesa viola considerato più debole, dove era più facile mettere in difficoltà Vitor Hugo e Biraghi che non Pezzella e Milenkovic. L’evanescenza del centrocampo reparto nel quale Gerson ciondolava con eleganza, ma senza ritmo, e Benassi, poi infortunato, aveva qualche difficoltà, ha consegnato il comando della partita all’Atalanta che ha lo svantaggio psicologico dell’eliminazione dall’Europa League, ma il vantaggio fisico di una preparazione «svelta», pensata proprio per affrontare i preliminari europei. In una situazione di debolezza, alla quale si aggiungevano l’apporto insignificante di Pjaca e Simeone, oltre a quello di Chiesa il cui primo spunto gradevole è avvenuto al 42’ del primo tempo, la Fiorentina ha giocato poco e male, riaffiorando brevemente nella ripresa. Aver ottenuto tre punti con un punteggio «classico» in una giornata così negativa è un bilancio perfino sorprendente, anche se sarà indispensabile ritrovare freschezza e gioco. Cinque partite in quindici giorni con ricambi minimi hanno avuto il loro peso. Come, d’altra parte, lo ha avuto la decisione dell’arbitro Valeri.