La nuova geografia del Pd toscano Renzi lancia la rete dei comitati civici
La critica della neo segretaria Bonafè: «Ora torniamo a parlarci, non come negli ultimi anni»
Con la vittoria di Simona Bonafè alle primarie per la segreteria toscana del Pd i renziani mantengono il controllo del partito. Ma sulla costa — in particolare a Pisa e Livorno — il candidato segretario della sinistra, Valerio Fabiani, pur perdendo raccoglie buoni risultati. «Ora torniamo a parlarci, come non è successo negli ultimi anni», dice la neo-segretaria Bonafè. Renzi intanto prepara la Leopolda 9 che inizierà venerdì a Firenze. Dal palco lancerà i comitati civici di «resistenza culturale al governo gialloverde». E la kermesse torna alle origini, con il gong che ferma gli interventi, tanti giovani e la corsa alle Cascine.
Per il Pd toscano è un sospiro di sollievo. I 45.900 che domenica sono andati alle urne per eleggere il nuovo segretario regionale danno ossigeno nel momento più nero della storia del partito. E la vincitrice, l’europarlamentare Simona Bonafè, che succede a Dario Parrini, commenta i numeri dell’affluenza parlando di «segnale di fiducia» in vista delle amministrative di primavera: «La partecipazione ci differenzia da tutte le altre forze politiche». Durante la conferenza stampa convocata nella sede Pd di viale Forlanini, Bonafè offre le proporzioni del successo, paragonando i suoi 46 mila ai 39 mila clic delle parlamentarie (nazionali) dei Cinque Stelle e agli 8.900 votanti per la rielezione di Salvini a segretario italiano della Lega. «Il Pd è vivo, il Pd non si arrende», dice la prima donna al vertice.
La vittoria di Bonafè sull’unico avversario in lizza, Valerio Fabiani, passa quasi in secondo piano. Un successo che vede la candidata renziana spuntarla con un ampio 63,2 per cento, con tanto di affermazione in tutti e tredici i collegi toscani. E che dà a Bonafé la maggioranza assoluta anche nell’assemblea regionale: i 316 seggi ottenuti, contro i 184 del fronte Fabiani, consentono infatti ai renziani di superare abbondantemente la soglia dei 251. Così che Bonafè e i suoi avranno mano libera nelle decisioni sulle candidature per le prossime amministrative, Regionali e possibili Politiche anticipate, se dovesse cadere il governo. La larga vittoria, tuttavia, non è priva di nubi: da un lato perché Fabiani, col suo 36,8 per cento, riesce quasi a raddoppiare quanto fatto in Toscana, nell’ultima campagna per la segreteria nazionale, dalle due opposizioni di Andrea Orlando e Michele Emiliano. Dall’altro perché in molti collegi, l’affermazione della candidata favorita è stata piuttosto risicata, a partire dal 54,1 per cento di Firenze città, dove forse hanno pesato gli elettori di Mdp che sono andati a votare Fabiani. I renziani inoltre confermano le proprie difficoltà sulla costa, col 56,8 per cento a Livorno e il 50,7 a Pisa. Proprio a Pisa a salvare Bonafè è stata la città, perché la provincia ha preferito votare la mozione più a sinistra.
Vicenda opposta a Siena, dove in città l’ex sindaco Bruno Valentini ha tirato la volata vincente a Fabiani, ma la provincia ha ribaltato il risultato. «Un dato eclatante — esulta Fabiani per il suo 36,8 per cento — Dall’altra parte era schierato l’intero ceto politico». Ma va ricordato che il candidato sconfitto ha comunque perso in tredici collegi su tredici: persino nella sua Piombino, dove ad appoggiarlo c’era anche il sindaco, non è riuscito a spuntarla.
«Buon cammino, Simo», è la dedica di Matteo Renzi alla vincitrice, via Twitter. E Bonafè può tirare il fiato: «Ora sarò il segretario di tutto il partito», dice anche se ancora non svela quale sarà la composizione della segreteria. «Siamo usciti ammaccati dalle politiche, dobbiamo smaltire il risultato delle amministrative, ma vogliamo ripartire — spiega — Se abbiamo perso Comuni importanti è perché siamo andati al voto divisi. Ora dobbiamo coinvolgere gli elettori di altri partiti e aprirci alle energie migliori della Toscana: la cultura e l’associazionismo, dobbiamo tornare a parlarci come non è stato fatto negli ultimi anni». Una critica al predecessore Dario Parrini; ma ce n’è una anche per Fabiani: «Una comunità non si ricostruisce col risentimento per le recenti sconfitte, ma guardando al futuro». Il consigliere regionale Paolo Bambagioni, sostenitore di Fabiani, la ammonisce: «L’affluenza è stata “salvata” dal lavoro di Valerio. Ora Bonafè trasformi in fatti appello a unità, l’arroccamento del partito deve finire».
La nuova segretaria guarda già alle Amministrative del 2019: prima missione, rieleggere i sindaci di Firenze e Prato. Ma Bonafè pensa anche a Livorno: «La vogliamo riportare a casa».
La conta
Al gruppo dell’ex premier 326 seggi in assemblea contro 184, che permetteranno di avere le mani libere sulle candidature