Corriere Fiorentino

La sfida del «Foglio»: un Movimento 12 Stelle

Oggi a Palazzo Vecchio la festa del «Foglio». Cerasa: cerchiamo campioni di riformismo

- Bernardini

«Un movimento a dodici stelle ci salverà». È l’Europa l’unico antidoto ai populismip­er Claudio Cerasa, direttore del Foglio che oggi apre la sua festa a Palazzo Vecchio.

«Un movimento a dodici stelle ci salverà». L’Europa (che non va di moda) secondo il direttore del Foglio Claudio Cerasa è «l’unico vaccino contro i populismi». E anche l’antidoto «alla probabile conquista leghista della Toscana, che può essere scongiurat­a solo da nuovi interpreti del riformismo». Comincia oggi a Palazzo Vecchio la festa del Foglio: la «Giornata dell’ottimismo», un titolo provocator­io. Politici, economisti e giornalist­i si alterneran­no sul palco «per dialogare del futuro dell’Italia e del mondo senza farsi vincere dal declinismo».

Direttore, siete proprio sicuri che questo sia il momento dell’ottimismo?

«Effettivam­ente è bene chiarire, perché di ottimismi ce ne sono almeno due tipi. Noi ne proponiamo uno soltanto, quello della razionalit­à. Mentre l’altro lo rifuggiamo».

Da cosa rifuggite, mi scusi? «Dall’ottimismo scemo, quello che fa finta di non vedere la realtà e sottovalut­a i problemi. Quello che Richard Thaler (premio Nobel per l’economia 2017 per i suoi contributi all’economia comportame­ntale, ndr) chiama unrelistic optimism».

È un riferiment­o alle politiche del governo giallo verde?

«Beh, il problema è che molti italiani hanno paura. Bisogna comprender­e questi timori e capire quali posizioni offrire per rispondere. Una di queste è la chiusura, che si traduce ad esempio con il reddito di cittadinan­za. L’altra risposta invece è l’apertura».

Ci dica di quest’ultima, che immagino abbia a che fare il suo ottimismo.

«Quello che spero possa essere il nostro ottimismo. Un sentimento che si fonda sulla fiducia nel progresso, non sul presente. Del progresso e dell’innovazion­e bisogna esser entusiasti».

Due ottimismi opposti. Qual sarebbe la sua ricetta per far emergere l’uno e far venire meno l’altro?

«La soluzione è iniziare a pensare che i fatti devono esser trattati come tali, che l’agenda della percezione non può essere il faro. Seguire il reale, non il virale. I campioni del pessimismo giocano con le paure di cui parlavo...».

A proposito di paura. A Roma, dopo i terribili fatti di cronaca di queste ore, si è acceso il dibattito sul tentativo di Opa della Lega sul Campidogli­o. In Toscana siamo già oltre il dibattito. Questa regione è la prossima terra di conquista del Carroccio?

«Lo è assolutame­nte. Non ci sono più contesti politici che possono campare di rendita. Cercando qualcuno che possa dare risposta alle paure la Lega, è un dato di fatto, è quella capace di intercetta­rle maggiormen­te. Il problema è che le risposte che fornisce sono sbagliate».

L’eventuale vittoria della Lega a Firenze la prossima primavera, o nel 2020 in Regione, sarebbe la pietra tombale sul renzismo?

«Se quel renzismo che abbiamo conosciuto fosse legato a un territorio sarebbe un grosso problema, perché l’idea era quella di un progetto per l’Italia. Intaccare a casa di Renzi, effettivam­ente, sarebbe comunque un colpo difficile da assorbire».

Due settimane fa lei aveva auspicato sul Corriere Fiorentino che alla Leopolda andasse in scena un’autoanalis­i. E sperava anche di «vedere le bandiere dell’Europa». Ma non si è visto niente.

«È così… devo ammettere che c’è un’offerta scarsa di riformismo. Ma c’è anche una domanda fortissima, che cresce giorno dopo giorno, solo che non è interpreta­ta. Il riformismo sarà come Uber: la domanda di taxi in passato era altissima e non era esaudita. Poi è arrivato Uber».

I comitati civici lanciati da Renzi sono una delle possibili risposte?

«Sono il tentativo di intercetta­re quella domanda, vedremo quanto riuscito».

E chi sarà il «prossimo Uber» della politica italiana?

«È presto per dirlo, ma certamente dev’esser qualcuno capace di sostituire l’egemonia delle Cinque Stelle con quella delle Dodici Stelle dell’Europa. Speriamo di trovare nel corso di iniziative come quella di domani (oggi per chi legge, ndr) le idee e i volti che rappresent­ino il Movimento 12 Stelle che ci salverà».

La Toscana è la futura terra di conquista della Lega. Per Renzi sarebbe un duro colpo

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 ??  ?? Claudio Cerasa, nato a Palermo, 32 anni, giornalist­a, è il direttore del «Foglio» da gennaio 2015
Claudio Cerasa, nato a Palermo, 32 anni, giornalist­a, è il direttore del «Foglio» da gennaio 2015

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