Corriere Fiorentino

Per la Giustizia è ancora un imputato Fino alla Cassazione

- Antonella Mollica

Rodolfo Fiesoli non andrà in carcere neppure dopo l’ultima condanna. Ultima solo in ordine cronologic­o, perché c’è ancora la Cassazione che dovrà scrivere l’ultima parola sul destino del fondatore del Forteto di Vicchio del Mugello. Le porte del carcere per l’uomo che oggi ha 74 anni si apriranno solo se — e quando — la Suprema Corte confermerà la condanna del processo bis d’Appello. Perché solo in quel caso la sentenza sarà definitiva. Fino a quel momento per la giustizia Fiesoli resterà sempre un imputato e non un condannato con sentenza definitiva. In primo grado Fiesoli era stato condannato a 17 anni e mezzo, poi la Corte d’Appello aveva ridotto la pena a 15 anni e 10 mesi, infine la Cassazione aveva confermato le responsabi­lità accertate dai giudici del secondo grado ma aveva rinviato alla stessa Corte d’Appello per la ridefinizi­one di un reato — la violenza sessuale di gruppo su un minore — e per la quantifica­zione della pena. È proprio su questo punto che si è giocata la partita della carcerazio­nescarcera­zione di Fiesoli quando nel dicembre 2017, dopo la sentenza della Cassazione, Fiesoli è finito in carcere su ordine della Procura generale. L’uomo condannato per maltrattam­enti e abusi sessuali sui piccoli ospiti della comunità per decenni considerat­a un’eccellenza resterà a Solliccian­o per sei mesi e mezzo. Fino a quando i suoi legali vincono il ricorso in Cassazione. A luglio gli ermellini danno ragione all’avvocato Lorenzo Zilletti e il professor Oliviero Mazza i quali sostenevan­o che la pena non si poteva considerar­e definitiva perché non era stata completame­nte quantifica­ta. Una pena che non abbia i caratteri di certezza e irrevocabi­lità, hanno confermato i giudici della prima sezione della Cassazione, non si può eseguire. La sentenza dell’Appello bis, quello che ha quantifica­to la pena a 14 anni e 10 mesi, è arrivata ieri. Perché quella sentenza diventi definitiva bisognerà aspettare ancora.

I tempi

Fu scarcerato dalla Suprema Corte in attesa dell’ultimo giudizio

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