RILEGGERE INSIEME L’OPERA DI LUTERO (E LA SUA RIFORMA)
Caro direttore, Friedrich Nietzsche definiva Lutero «un monaco impossibile», pur attribuendogli il merito di aver tentato di «restaurare» la Chiesa e di aver, di fatto, inaugurato il confronto tutt’altro che compiuto tra cristianesimo e modernità. Un evento, quello della Riforma protestante, che, a 500 anni di distanza, non cessa di interrogare e stimolare. Sono queste le coordinate nelle quali si muove la giornata di studi dal titolo «Ripensare la Riforma nel tempo della secolarizzazione» promossa dalla Comunità di San Leolino per oggi alla Certosa del Galluzzo. Una preziosa occasione, grazie al contributo di vari studiosi della figura e dell’opera di Lutero, per fare il punto sull’eredità della Riforma, nella convinzione che quell’evento e quel processo appartengono alla storia di tutti i cristiani. Una storia che, pur segnata da fatti anche tragici che non possono essere né cambiati né dimenticati, chiede di essere ripensata e ricordata alla luce di una comprensione sempre più profonda del Vangelo di Gesù Cristo. È quanto aveva suggerito anche Papa Francesco, nella preghiera ecumenica comune nella cattedrale di Lund, due anni fa in Svezia, per l’apertura del cinquecentenario: «L’esperienza spirituale di Martin Lutero ci interpella e ci ricorda che non possiamo fare nulla senza Dio». In questo senso, la giornata di studi intende continuare ad approfondire l’evento della Riforma e alcune delle sue ricadute a livello spirituale, filosofico e, più ampiamente, culturale. Un dialogo ideale tra alcune delle coordinate di fondo della riforma luterana e una serie di sue riletture in tempi moderni, da Gogarten a Nietzsche a Bonhoeffer. Nell’ottica di vivere un autentico spirito ecumenico in cui si va in cerca non di ciò che potrebbe dividere, ma di ciò che unisce e ci sostiene nel nostro faticoso cammino di fede. Da sottolineare, in particolare, la dedica della giornata al fine poeta ed eminente germanista Mario Specchio: un omaggio a quella cultura tedesca che, nell’esperienza di Lutero, ha trovato un motivo di unità e di identità ancora profondamente radicato e vivo. Dalle 10 alle 13 e dalle 15,30 alle 18 i lavori, introdotti dal saluto del cardinale Giuseppe Betori, con, fra gli altri, il pastore valdese Daniele Garrone, docente alla Facoltà Valdese di Roma, e il pastore luterano di Firenze Friedemann Glaser, oltre ad alcuni docenti degli Atenei di Urbino e Pisa.