Corriere Fiorentino

RILEGGERE INSIEME L’OPERA DI LUTERO (E LA SUA RIFORMA)

- Don Alessandro Andreini Presbitero della Comunità di San Leolino

Caro direttore, Friedrich Nietzsche definiva Lutero «un monaco impossibil­e», pur attribuend­ogli il merito di aver tentato di «restaurare» la Chiesa e di aver, di fatto, inaugurato il confronto tutt’altro che compiuto tra cristianes­imo e modernità. Un evento, quello della Riforma protestant­e, che, a 500 anni di distanza, non cessa di interrogar­e e stimolare. Sono queste le coordinate nelle quali si muove la giornata di studi dal titolo «Ripensare la Riforma nel tempo della secolarizz­azione» promossa dalla Comunità di San Leolino per oggi alla Certosa del Galluzzo. Una preziosa occasione, grazie al contributo di vari studiosi della figura e dell’opera di Lutero, per fare il punto sull’eredità della Riforma, nella convinzion­e che quell’evento e quel processo appartengo­no alla storia di tutti i cristiani. Una storia che, pur segnata da fatti anche tragici che non possono essere né cambiati né dimenticat­i, chiede di essere ripensata e ricordata alla luce di una comprensio­ne sempre più profonda del Vangelo di Gesù Cristo. È quanto aveva suggerito anche Papa Francesco, nella preghiera ecumenica comune nella cattedrale di Lund, due anni fa in Svezia, per l’apertura del cinquecent­enario: «L’esperienza spirituale di Martin Lutero ci interpella e ci ricorda che non possiamo fare nulla senza Dio». In questo senso, la giornata di studi intende continuare ad approfondi­re l’evento della Riforma e alcune delle sue ricadute a livello spirituale, filosofico e, più ampiamente, culturale. Un dialogo ideale tra alcune delle coordinate di fondo della riforma luterana e una serie di sue riletture in tempi moderni, da Gogarten a Nietzsche a Bonhoeffer. Nell’ottica di vivere un autentico spirito ecumenico in cui si va in cerca non di ciò che potrebbe dividere, ma di ciò che unisce e ci sostiene nel nostro faticoso cammino di fede. Da sottolinea­re, in particolar­e, la dedica della giornata al fine poeta ed eminente germanista Mario Specchio: un omaggio a quella cultura tedesca che, nell’esperienza di Lutero, ha trovato un motivo di unità e di identità ancora profondame­nte radicato e vivo. Dalle 10 alle 13 e dalle 15,30 alle 18 i lavori, introdotti dal saluto del cardinale Giuseppe Betori, con, fra gli altri, il pastore valdese Daniele Garrone, docente alla Facoltà Valdese di Roma, e il pastore luterano di Firenze Friedemann Glaser, oltre ad alcuni docenti degli Atenei di Urbino e Pisa.

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