Viola, solo pari a Torino Pioli cambia ma segna il solito Benassi
Fiorentina subito in vantaggio con Benassi, ma il pari del Toro spegne anche le velleità viola
Nello spareggio per l’Europa a mancare è lo spettacolo
Due sintomi, forse, non fanno una malattia. Eppure, la sensazione, è che la Fiorentina si sia beccata un malanno di stagione. Quell’influenza autunnale non grave, magari, ma (parecchio) fastidiosa. Basta dare un occhio alle ultime due prestazioni, e ai risultati. Dopo l’1-1 col Cagliari, quello col Torino. Il totale, considerando anche la sconfitta con la Lazio, fa due punti nelle ultime tre. Pochi, se si vuole l’Europa.
Si va poco lontano continuando a non vincere in trasferta. Quel che preoccupa davvero, però, è il brutto passo indietro dal punto di vista del gioco. I ragazzini terribili di inizio stagione, da un paio di settimane, hanno il viso pallido e gli occhi lucidi. Evidentemente, se n’era (già) accorto anche Pioli. Non a caso, ieri, ha provato a cambiare. Negli uomini, e nel modulo. Non il solito 4-3-3, ma un 4-23-1 con Edimilson al fianco di Veretout, Benassi trequartista ma, soprattutto, con Eysseric e Mirallas al posto di Pjaca e Simeone. Erano, loro, i maggiori imputati nel processo alla
fase offensiva. E loro hanno pagato. Del resto, la Fiorentina, arrivava a Torino avendo segnato l’ultimo gol su azione a San Siro, con l’’Inter. Roba di un mese fa. Il risultato della «rivoluzione»? Immediato. E sorprendente. Cross di Chiesa, rimpallo, e gol di Benassi.
Proprio lui, il grande ex, al rientro dopo il forfait col Cagliari e capace, esattamente come un anno fa, di punire i suoi vecchi amici. Sono quattro, in campionato. Mica male per uno che, in tutta la passata
stagione, ne mise insieme cinque. Capocannoniere viola, e uomo sempre più fondamentale. Meglio di così insomma, il match non poteva iniziare. Peccato che, dopo nemmeno un quarto d’ora, il Toro avesse già pareggiato.
Colpa della sfortuna (il rimpallo sulla schiena di Lafont dopo il palo di Aina) ma anche di un atteggiamento troppo morbido della banda di Pioli. E di Milenkovic in particolare. Un «colpo di sonno» improvviso che, ormai, si presenta
puntuale ad ogni partita. E così, una discesa, si è trasformata in una salita ripida. E difficilissima da scalare. Da quel momento infatti, la Fiorentina ha iniziato a soffrire.
Baricentro basso, mediani troppo schiacciati sui difensori, e Toro in pressione costante. Anche perché, ogni pallone lanciato verso Mirallas ed Eysseric, tornava indietro. Non ne tenevano uno, il belga e il francese, contribuendo con la loro assenza a far abbassare la squadra. Se doveva essere l’occasione per dimostrare a Pioli di meritare più spazio, l’hanno mancata in pieno. Per il resto qualche calcione e un bel po’ di nervosismo, con Mazzarri cacciato dall’arbitro per proteste e qualche mischia (pericolosa) davanti a Lafont. Talmente brutta la Fiorentina dei primi
45’ (la peggiore vista fin qui) da convincere Pioli a tornare precipitosamente indietro.
Pronti via infatti, e nella ripresa ecco il Cholito e Gerson, al posto di Eysseric ed Edimilson. Un’ammissione di colpa evidente rispetto alle scelte iniziali, modulo compreso. Ritrovati 4-3-3 e certezze, se non altro, nel secondo tempo la sofferenza s’è attenuata con Simeone e Mirallas che, nel finale, hanno addirittura avuto i palloni buoni per matare il Toro. Una (piccola) consolazione, in mezzo a una partita giocata male e che, con la Roma sullo sfondo, porta con sé le prime, vere, preoccupazioni. Dura, così, andare in Europa. Serve una sterzata. E serve subito. Nel gioco, e nei risultati. Il rischio è il limbo.