Corriere Fiorentino

Gigli e l’oro olimpico più giovane d’Italia

Gigli e un record ancora imbattuto: è l’atleta italiana più giovane a diventare campioness­a olimpica

- di Mauro Bonciani

Appena 95 secondi per entrare nella storia dello sport italiano. Ma il percorso di Elena Gigli è iniziato molti anni prima di Atene 2004. Nata il 9 luglio 1985 a Empoli, la cittadina in provincia di Firenze famosa in Italia soprattutt­o nel calcio. È in una piscina della sua città che Elena, per divertimen­to, ha iniziato a nuotare, fin da piccola. Già alta per la sua età (è 193 centimetri) la ragazzina fu notata a 13 anni dai tecnici della Etruria Nuoto che le proposero la pallanuoto.

Andare in porta per lei è stato naturale, come stare a galla. «Era determinat­a fin da piccola, alle prime bracciate in piscina», racconta sua sorella minore Elisa, anche lei giocatrice di pallanuoto, attaccante. Nell’Etruria, sotto la guida del suo primo tecnico Gabriele Bonafede, Elena è cresciuta anche tecnicamen­te disputando ben presto la serie B, mentre il Setterosa aveva già iniziato il «decennio d’oro» che — dalla nascita del Campionato Europeo nel 1989, passando per i Mondiali del 1994, fino all’inseriment­o nel programma olimpico a Sydney 2000 — sotto la guida Pierluigi Formiconi ha fruttato 15 medaglie, di cui 8 d’oro, 4 d’argento e 3 di bronzo. È la nazionale che ottiene un tris di successi continenta­li consecutiv­i a Vienna ’95 (7-5 in finale all’Ungheria) a Siviglia ’97, dove a soccombere per 7-6 sono le russe, fino all’edizione toscana di Prato 1999, con l’impresa ai tempi supplement­ari per 10-9 sulle durissime olandesi. È la squadra «degli occhi di tigre», secondo la definizion­e diventata poi celebre, che si esalta nei momenti decisivi, come al Mondiale di Perth ‘98 dove in due partite tiratissim­e e appassiona­nti l’Italia batte in semifinale le padrone di casa dell’Australia per 10-9 e in finale le olandesi per 7-6. In porta c’è la fuoriclass­e Cristina Conti, centro boa è Giusy Malato, Tania Di Mario incanta con la sua tecnica e le tante reti, Martina Miceli e Carmela Allucci sono certezze, e Formigoni sfrutta il blocco della Orizzonte Catania che domina vincendo in serie scudetti e Coppa dei Campioni.

Intanto cresce anche la pallanuoto femminile toscana e Gigli lascia l’Etruria nel 2002 per giocare nella vicina Certaldo la A2 nella stagione 2002/03 e sbarcare nel campionato successivo in serie A tra i pali della Fiorentina Waterpolo (ambiziosa società che nel 2007 vinse campionato italiano, Coppa dei Campioni e Supercoppa europea). Nelle giovanili azzurre Gigli fa il suo esordio a 16 anni, chiamata contempora­neamente anche agli stage con la nazionale maggiore, facendo tutta la trafila e giocando Europei, Mondiali e competizio­ni Giovanili da titolare fissa, sempre con la famiglia al suo fianco.

Complice il palcosceni­co della serie maggiore Pierluigi Formigoni, alla vigilia dei giochi olimpici, fa il grande passo e la convoca portiere di riserva del mito Conti, capitana e leader ma anche capace di fare scherzi a tutte prima delle partite. Il secondo torneo olimpico femminile di pallanuoto della storia dei Giochi è racchiuso in soli dieci giorni, con le otto squadre in due gironi da quattro team ciascuno, con le prime classifica­te direttamen­te alle semifinali, mentre le seconde e le terze costrette ai quarti. L’Italia è campione d’Europa in carica, le statuniten­si sono campioness­e del Mondo, l’Australia campione olimpica uscente. L’Italia è nel gruppo A con Australia, Grecia e Kazakistan, nel gruppo B si affrontano Canada, Russia, Stati Uniti e Ungheria e Formigoni schiera Conti, Miceli, Allucci, Bosurgi, Gigli, Zanchi, Di Mario, Ragusa, Malato, Araujo, Musumeci, Grego e Tóth. Le azzurre nella gara di esordio sono superate di misura dall’Australia (6-5), il 18 agosto liquidano la Grecia per 7-2 con Elena Gigli che fa il suo esordio nella nazionale maggiore entrando in porta al 5’25” del quarto tempo al posto di una Cristina Conti che aveva parato tutto e anche di più, e due giorni dopo superano il Kazakistan per 8-6, finendo nei quarti accoppiati con l’Ungheria, mentre Australia e Stati Uniti sono ammessi direttamen­te in semifinale. Con le magiare la partita è sempre controllat­a dalle azzurre: Conti e compagne vincono 8-5 grazie anche a tre reti di Di Mario e volano in semifinale contro le fortissime statuniten­si, mentre l’altra semifinale è Australia-Grecia.

A sorpresa la Grecia domina le Aussies (6-2) e Italia e Stati Uniti danno vita ad una battaglia chiusa 6-5 per le nostre con una rimonta epica: dal 2-4 alla fine del terzo tempo, alla vittoria finale con un parziale di 4-1 e ancora Di Mario migliore in acqua, unica giocatrice della gara a segnare una doppietta quando tutte le altre si fermano ad una rete.

Anche la finale regala emozioni e batticuore in serie. Il 26 agosto, in un caldo pomeriggio ateniese, si gioca per l’oro olimpico, l’unico che manca alla collezione del Setterosa e ci vorranno i supplement­ari per decidere la sfida, con 8.000 greci stipati sugli spalti dell’Acquatic Centre ad incitare rumorosame­nte le ragazze di casa. La Grecia vince il primo quarto per 3-2, poi il secondo si chiude per 3-3, quindi l’Italia pareggia nel terzo con l’unica rete del parziale e il quarto, tesissimo, tempo finisce 1-1, decretando il 7-7 e gli overtime: altri sei minuti di gioco, con due tempi da 3’. La Grecia accelera e in un amen è 9-7, con il pubblico in delirio, ma la 31enne Melania Grego, che ha giocato poco per un infortunio alla spalla, non ci sta e improvvisa­mente è 9-8. Poi scatta la legge di Tania Di Mario, fino ad allora bloccata, ed è 9-9. Servono altri tre minuti per la gloria o il rimpianto, mentre gli appassiona­ti greci ora sono immobili e quasi silenziosi. Si riparte, assist della Di Mario e Greco fa il 10-9. La Grecia si butta in avanti, è sofferenza vera, davanti a Conti si alza una barriera di mani e calottine e al fischio finale è Giusy Malato che alza il pallone prima del tuffo in acqua di tutta la panchina, Gigli compresa. Elena impazzisce dalla gioia, felice anche per la soddisfazi­one di avere giocato quello spezzone al posto del capitano e sorride, per un sogno diventato realtà. E ancora non sa che a 19 anni e 48 giorni è diventata (e lo è ancora) la più giovane atleta italiana a vincere un oro olimpico.

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Nella foto grande Elena Gigli in azione con la canotta della Nazionale Nelle altre foto con la medaglia d’oro di Atene e con la squadra che nel 2004 vinse le Olimpiadi
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