TRE CERTEZZE (E POCO ALTRO)
Ci vuol poco in questo campionato, affollatissimo di moderate squadre, per peggiorare la classifica al suono basso dei pareggi che sono il lasciapassare verso la lentezza. In un tempo assai lontano, quando la vittoria valeva due punti, il pareggio era un mezzo successo. Oggi è una mezza sconfitta. La Fiorentina va avanti da tre giornate con le mezze sconfitte e la sua posizione in classifica arretra, anche se il gruppo riunito nello spazio di tre punti è ancora abbastanza numeroso. È vero che pareggiare con la Roma non è un risultato così brutto come può esserlo per gli ambiziosi giallorossi, che adesso sono a 15 punti dalla Juventus, ma nel modesto peregrinare in classifica della Fiorentina c’è qualcosa di preoccupante perché al lento passo corrisponde anche un’involuzione, o se vogliamo una mancata evoluzione del gioco. E anche di qualche giocatore. Il modulo stesso, il 4-3-3 dall’aria moderna, non si nota più, semi sommerso dalla involuzione di Simeone e dalla inconsistenza di Pjaca e di Mirallas. Rimane in alta quota il solo Chiesa, che alla punta di velocità unisce qualità tecniche indiscutibili, ma che per sua natura e per mancanza di validi accompagnatori, dialoga soprattutto con se stesso. E se fa un assist non viene capito. A centrocampo il rendimento del reparto ondeggia e il solo Veretout emerge sempre per continuità e qualità. In difesa Pezzella è forte e concentrato e se sbaglia, come gli è successo con il Cagliari, lo fa per cause di forza maggiore, cioè per tappare il buco provocato dall’assenza di un compagno. Il destino di un giocatore come lui è quello di non essere troppo notato quando interviene bene. Dunque Pezzella dietro, Veretout in mezzo e Chiesa in avanti: sembrano queste, una per reparto, le certezze della Fiorentina nel momento attuale, ma la coesione e la costruzione sono traballanti, tanto è vero che i momenti migliori si vedono, o si intravedono, in contropiede, che è l’arte povera, ma preziosa, del calcio. È vero che segnare è più importante di chi segna, ma se l’ultimo gol di una punta risale a un autorete contro l’Inter significa che un problema esiste.