La furia di Rossi: niente più incentivi? Addio lavoro
Il governatore: incentivi cancellati da una «manina», così a rischio 3.000 posti di lavoro
«Io sono venuto qui ad alzare la voce». Ed Enrico Rossi non lo ha detto così per dire: i toni del suo invito alla mobilitazione generale di sindaci e parlamentari del territorio nella conferenza stampa di un’ora convocata ieri a Larderello, sito simbolo della geotermia toscana, sono stati particolarmente accesi. Sotto accusa «il governo del cambiamento in peggio» e in particolare la «manina» che ha cancellato la geotermia dalle fonti energetiche interessate dagli incentivi del decreto Fer 1. «Si è deciso di procedere alla deindustrializzazione di un territorio — ha accusato Rossi — per un pugno di voti. Questo governo sta portando alla rovina il Paese, decide di bloccare le infrastrutture in Toscana, e ha deciso di mettere su un binario morto 17 Comuni dell’area geotermica». Per il governatore si tratta di un attacco politico in piena regola, che deve rientrare modificando all’istante il decreto. Da qui la lettera inviata, dopo la conferenza stampa di Larderello, al vicepremier e ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, chiedendo un incontro con la massima urgenza. Ma anche un appello al premier: «Conte — ha esclamato — è “toscano”: venga qui, il primo ministro, a parlare coi lavoratori! L’avvocato del popolo ascolti il popolo!».
Il governatore, nella lettera a Di Maio, ricorda che la scelta di Roma «priverebbe il sistema energetico italiano di una delle poche rinnovabili “programmabili” ed efficienti al pari delle fonti tradizionali, dotata di impianti che già oggi aiutano la rete elettrica a soddisfare le richieste del sistema Italia». Al governo Rossi vuole spiegare le ragioni della Toscana, compreso il lavoro della Regione per l’abbattimento delle polveri e sugli interventi per la captazione di CO2. Respinte le accuse di voler fare un favore a Enel Green Power, proprietaria delle centrali messe all’indice dai nuovi indirizzi governativi: «Noi non copuliamo con Enel, teniamo la schiena dritta», ha ribattuto il governatore.
«L’industria geotermica — ha continuato Rossi — è legata ad alti costi di investimento, tali che senza incentivi non potrebbero più essere supportati, col risultato di produrre nell’economia toscana legata al settore un inesorabile declino, con la perdita di oltre 3.000 posti di lavoro tra diretti ed indiretti, nonché con un danno anche di carattere ambientale in quanto non vi sarebbero più investimenti per lo sviluppo». Secondo le stime della Regione, se si tiene conto dell’effetto a cascata sui fornitori, le persone coinvolte potrebbero essere più di 4.000.
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