Corriere Fiorentino

COME AL CARNEVALE

- Di Paolo Ermini

Nel catalogo delle corbelleri­e italiane mancava un ministro della Repubblica irridente verso il sindaco di un piccolo centro, colpevole di avere protestato per essersi visto negare lo stato d’emergenza dopo una calamità. A colmare la lacuna ci ha pensato ieri il titolare dell’agricoltur­a e del turismo, Gian Marco Centinaio, leghista, impegnato in una disputa con il primo cittadino di Calci, Massimilia­no Ghimenti (centrosini­stra), sul rogo che ha devastato il monte Serra e sui rimedi possibili. In una dichiarazi­one il sindaco aveva riconosciu­to che il ministero di Centinaio si stava adoperando per trovare fondi europei da usare per riparare i danni provocati dal fuoco alle culture, aggiungend­o però che bene aveva fatto il governator­e Rossi ad attaccare il governo perché solo la proclamazi­one dello stato d’emergenza avrebbe consentito di far fronte anche ai guai provocati a case e a infrastrut­ture e di mettere in sicurezza il territorio. Poi la conclusion­e: «Giocare con le parole non salverà il governo e tantomeno parlamenta­ri e altri amministra­tori del territorio dal giudizio che si abbatterà su di loro se non rivedranno questa decisione… Vergogna!» (con tanti saluti, insomma, alla sindaca leghista di Cascina e consiglier­a di Salvini, Susanna Ceccardi). Una reazione non certo improntata al fair play, ma pur sempre l’espression­e di un dissenso di fronte a una decisione addebitata a giochi politici.

La replica di Centinaio è stata sintetica: «A me va bene… Vediamo cosa riuscite a fare. Bla bla bla». Tre parole per dire: che chiacchier­i a vuoto. Ma un ministro può cancellare con un colpo di cimosa il confine tra propaganda e istituzion­i? Bla bla bla... Vengono in mente i carri del Carnevale di Viareggio, con quelle grandi bocche che si aprono e si chiudono. L’episodio di ieri, però, non è stato colore politico. Irridere è peggio che insultare. E alla fine non è affatto divertente. Chissà se prima o poi lo capiranno sul Carroccio ceccardian­o.

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