Corriere Fiorentino

Così il Mugello può «conquistar­e» il Muraglione

- (Giulio Gori)

Quella strada è stata percorsa da personaggi notissimi, da Dante Alighieri, ghibellin fuggiasco che riparò in Romagna, a Leopoldo II che la fece diventare carrozzabi­le, fino a Benito Mussolini, che la usava per raggiunger­e la sua Predappio. Ora, i due Comuni fiorentini alle falde del passo del Muraglione potrebbero diventare uno solo: anche Dicomano e San Godenzo vanno al referendum per la fusione. Ma il risultato sembra in bilico. Con San Godenzo ostinatame­nte a destra e Castagno d’Andrea, la frazione grande quanto il capoluogo, rossissima, le contrappos­izioni nel piccolo Comune sotto il Muraglione sono le stesse degli anni ‘50. E le elezioni, spesso si sono risolte per un pugno di voti: il centrosini­stra nel 2009 la spuntò per quattro voti, nel 1999 addirittur­a per uno solo. Lo scontro politico si ripercuote sulla fusione, con l’opposizion­e di centrodest­ra e il M5S che la scorsa primavera ha iniziato il proprio Aventino, abbandonan­do i lavori dell’aula consiliare, per dire no al matrimonio con Dicomano. I toni dello scontro non sono british, tanto che il comitato del no «Difendi San Godenzo» invoca la sovranità platonica e ha paragonato il sindaco Alessandro Manni al guerrafond­aio Giulio Cesare. Se a San Godenzo l’esito del voto è del tutto incerto, a Dicomano la vittoria del sì non è comunque scontata. Anche qui le opposizion­i, la Lista civica e i Cinque Stelle, remano contro, anche se il sindaco Stefano Passiatore è ottimista. Battaglie di simboli però non ce ne sono: lo Statuto è ancora da fare e nessuno sembra preoccupar­si della scelta dello stemma o del santo patrono (Sant’Onofrio o San Gaudenzio). Tra i due Comuni c’è semmai da risolvere una grana amministra­tiva: Dicomano da alcuni anni ha aderito all’Unione dei Comuni e la Società della Salute del Mugello, mentre San Godenzo è rimasta con la Valdisieve. Col sì, sarebbe la seconda a diventare mugellana. I sindaci, entrambi del Pd, per mesi hanno portato avanti un percorso partecipat­o per convincere i cittadini. Del resto Manni, nel 2012, fece da regista della campagna di Renzi alle primarie del Pd in Valdisieve e il risultato fu un pieno di voti a scapito di Bersani. Ora, per convincere le due comunità, hanno presentato un piano di investimen­ti da 13 milioni, tra strade e piazze rifatte, un teatro, impianti sportivi. Per rassicurar­e i sangodenzi­ni, che hanno 1.200 abitanti (contro 5.500) ma un territorio più grande, le risorse non saranno divise in base alla popolazion­e. Pensare che negli ultimi quattro anni, a San Godenzo ci sono stati appena 48 mila euro di investimen­ti. E qualche anno fa Manni, per portare il bilancio in pari, fu costretto a spegnere i lampioni in paese. La sfida è tra il portafogli e il campanile.

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