Corriere Fiorentino

I due paesi già «sposati» da quindici anni Ma divisi dal sesso del gatto

- (G.G.)

Per molti, sembra la fusione più scontata: Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle Val di Pesa, dopo essere stati un solo Comune per sei secoli (ed essersi divisi nel 1893), sono di fatto tornati a «risposarsi» già 15 anni fa. Prima le gestioni associate dei servizi, poi l’Unione dei Comuni, non c’è ormai un solo passo che i sindaci Giacomo Trentanovi e David Baroncelli non facciano assieme. Così, al referendum che chiama alle urne le due comunità potrebbe spuntarla il sì. Gli unici dubbi riguardano i barberines­i, per secoli titolari del municipio, ora un po’ preoccupat­i per la forza dei vicini: perché Tavarnelle ha un territorio più piccolo, ma ha molti più abitanti (7.800 contro 4.400). Trentanovi e Baroncelli però giurano che nessuno dei due Comuni divorerà l’altro, ci sarà il doppio municipio, e puntano sull’esempio positivo di Scarperia e San Piero per spiegare che lì, con la fusione, sono stati possibili 20 milioni di euro di investimen­ti in cinque anni. La strada sembra spianata, i due sindaci non sembrano neppure farsi la guerra per decidere chi sarebbe il candidato del Pd al Comune unico. Il dubbio più importante è nel sesso del gatto: gli stemmi dei due Comuni sono quasi identici, una tigre per entrambi, con giusto la scritta Libertas aggiunta dai tavarnelli­ni. Ma se per Barberino è una gatta, a Tavarnelle è diventato maschio. Se la fusione si farà, è probabile che ognuna delle due comunità continuerà lo stesso a chiamare la tigre a modo suo.

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