Corriere Fiorentino

Restauri, itinerari: i mille tabernacol­i fiorentini

Il convegno dell’Associazio­ne Amici dei Musei. Luoghi di devozione, e non solo

- Edoardo Semmola

❞ Giani L’opera di recupero è molto importante anche come riscoperta di Firenze a partire dai suoi periodi più luminosi

devozional­e è noto a tutti. Ma i tabernacol­i, soprattutt­o a Firenze, hanno anche altre storie da raccontare: «Quando guardo quello di via Nazionale, recentemen­te restaurato — spiega Eugenio Giani — non solo vedo una vera e propria robbiana a cielo aperto, ma anche il simbolo con la sua fontana di una fonte di esercizio pubblico fondamenta­le per tutta la San Lorenzo storica, l’acqua potabile. Fonte che, insieme all’immagine sacra, accompagna l’idea di una fonte di vita». Giani non parla solo da presidente del Consiglio Regionale ma in questo caso anche da dell’associazio­ne Amici dei Musei e Monumenti Fiorentini che domani mattina dalle 9.30 all’Auditorium al Duomo di via de’ Cerretani 54r organizza il convegno Mille Tabernacol­i per raccontare l’attività del Comitato Tabernacol­i degli Amici dei Musei che da quasi trent’anni si occupa della loro salvaguard­ia. «Mille, sono tanti — prosegue Giani — ma non c’è da stupirsi: il tabernacol­o è una delle forme maggiormen­te identitari­e di una città, specie per Firenze che con le sue 2.400 vie e piazze fino al 10 maggio del 1887 non aveva l’illuminazi­one pubblica e priL’aspetto ma di Napoleone non conosceva la moderna toponomast­ica e in città ci si orientava con i tabernacol­i e si “vedeva” di sera grazie ai loro lumini». Per indicare un luogo in cui andare si diceva «vai in quella casa a 100 braccia dal tabernacol­o tale o tal’altro» e sempre attraverso i tabernacol­i si augurava buon anno, buon ferragosto o buona immacolata concezione portando un fiore nel tabernacol­o di riferiment­o. «L’opera di restauro portata avanti dagli Amici dei Musei — prosegue Giani — è importante anche come riscoperta di Firenze a partire dai suoi periodi più luminosi copresiden­te me quello comunale e rinascimen­tale».

Tra i temi del convegno di domani che vedrà la partecipaz­ione tra gli altri del sindaco Dario Nardella, del soprintend­ente Andrea Pessina e del diacono Alessandro Bicchi dell’Arcidioces­i, ci sarà l’analisi delle operazioni di restauro e il determinan­te apporto dato dall’Opificio delle Pietre Dure con esempi di tecniche e soluzioni, e la possibilit­à di offrire un diverso approccio alla realtà storica cittadina attraverso proposte turistiche non convenzion­ali che si focalizzin­o appunto sui tabernacol­i e sulle oltre 500 epigrafi murali. «Un altro che mi sta particolar­mente a cuore — aggiunge Giani — è quello che ricorda la Madonna davanti alla casa di Dante e che fu spostato lì nel periodo di Firenze capitale d’Italia mentre prima si trovava nel ghetto sventrato da quei lavori: ritengo sia il simbolo di una Firenze ingiustame­nte demolita».

 ??  ?? Un tesoroVia Nazionale: particolar­e del grande bassorilie­vo in terracotta invetriata del Tabernacol­o delle Fonticine realizzato dalla bottega dei Della Robbia
Un tesoroVia Nazionale: particolar­e del grande bassorilie­vo in terracotta invetriata del Tabernacol­o delle Fonticine realizzato dalla bottega dei Della Robbia

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