Corriere Fiorentino

Pisa, le ordinanze leghiste e lo strano stupore di chi non votò al ballottagg­io

- Di David Allegranti a pagina

A Pisa a ottobre sono entrate in vigore tre ordinanze firmate dal sindaco Michele Conti, leghista con un passato decennale di consiglier­e comunale in Alleanza Nazionale. Contro alcol, degrado e bivacchi. La prima prevede, fra le altre cose, il divieto di vendita, anche per asporto, di bevande alcoliche e superalcol­iche dalle ore 21 alle ore 24. La seconda prevede il divieto di sedersi, sdraiarsi o dormire sul suolo pubblico, sui gradini di edifici pubblici e privati, di monumenti e luoghi di culto. La terza infine prevede il divieto di campeggio, bivacco ed accampamen­to al di fuori delle aree dedicate. I tre provvedime­nti non sono una novità, già l’amministra­zione Filippesch­i aveva provveduto.

I tentativi sono cominciati nel 2014 per cercare di frenare il degrado. L’ordinanza poi è stata allargata anche a piazza Vittorio Emanuele, dove sono stati affissi i cartelli del comune per il «Daspo urbano», un ordine di allontanam­ento dall’area per 48 ore per chi è ubriaco (da 51 a 309 euro), commette «atti contro la pubblica decenza e turpiloqui­o» (da 5 mila a 10 mila euro), pratica commercio abusivo (da 2.500 a 15 mila euro) e attività di parcheggia­tore abusivo (da mille a 3.500, da 2 mila a 7 mila se con impiego di minori).

Queste ordinanze però non sono servite a granché, come dimostrava qualsiasi giro intorno alla stazione ferroviari­a o in quartieri del centro già prima della vittoria dei leghisti di Pisa, tra gente che pisciava in pubblico e pusher di birre e non solo. Ora, è impossibil­e non accorgersi del problema di decoro e degrado di Pisa, che poi è uno dei motivi — fra i tanti — della vittoria della Lega, ma un conto è fronteggia­re i bevitori, gli spaccatori di bottiglie e i pisciatori a cielo aperto, un altro è impedire alla gente di sedersi per terra. Qualche giorno fa Dario Danti, ex assessore alla cultura del Comune di Pisa, si è seduto sul sagrato della chiesa di Santo Stefano di piazza dei Cavalieri, peraltro bagnato con acqua e sapone dal Comune per disincenti­vare le sedute.

Un atto di «disobbedie­nza civile», ha detto Danti, professore di filosofia e storia al liceo Dini. I vigili, che non avevano neanche i moduli giusti, lo hanno multato con cento euro per aver violato l’ordinanza antidegrad­o. Ne è seguita la reprimenda della giunta e della Lega per il «cattivo esempio». Ora, la sinistra pisana ha commesso diverse sciocchezz­e, ma mettersi a sedere sul sagrato di una chiesa o organizzar­e un sit-in di protesta non può essere fra queste. Peraltro, la giunta che vuole contrastar­e il degrado del centro storico è la stessa che vuole riportare le bancarelle in piazza Duomo. Non è evidente la contraddiz­ione? Così parrebbe, anche se non a tutti.

Naturalmen­te, il «pugno di ferro» dell’amministra­zione Conti, seppur a corrente alternata, non deve stupire. Il sindaco e i suoi avevano messo espressame­nte nel programma elettorale la difesa della sicurezza e il contrasto del degrado nel centro storico ma anche nelle famose periferie. Come osserva Danti su Facebook, stanno rispettand­o il «contratto» di governo. «Faranno di tutto per non far costruire la moschea. Faranno di tutto per riportare le bancarelle in piazza del Duomo. Stanno impostando politiche discrimina­torie sulla casa e il sociale. Fanno ordinanze da coprifuoco. Alle celebrazio­ni della Liberazion­e della città guai a pronunciar­e la parola “antifascis­mo”. Tutto vero e allora? Di che stupirsi? La Lega a Pisa sta sempliceme­nte rispettand­o e attuando il programma elettorale. Tutto qua. E tutto questo era ben chiaro a giugno, a maggio, ad aprile, a marzo, a febbraio…». L’osservazio­ne di Danti è rivolta a chi, da sinistra-sinistra, è rimasto a casa al ballottagg­io e anziché dare indicazion­e di voto per il Pd ha preferito sorvolare e fischietta­re, perché l’obiettivo principale era quello di mandare a casa il centrosini­stra. Citofonare Ciccio Auletta, della sinistra movimentis­ta pisana.

La vittoria della Lega a Pisa non si spiega solo con il lavoro efficace dei vertici toscani, come Susanna Ceccardi, ma anche con il desiderio astensioni­sta di una parte della sinistra che pur di mandare a casa il Pd era disponibil­e a tutto.

 Dal no alla moschea al divieto di sedersi sui gradini, il Carroccio sta attuando il suo programma elettorale Ma cosa hanno da dire coloro che non andarono alle urne per fare un dispetto al Pd?

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Marco Filippesch­i
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