«Cambio di passo per i vigili»
Il comandante e i fronti aperti in città: lavoriamo bene, i fiorentini chiedono di più
«Stiamo facendo un buon lavoro, ma bisogna essere più incisivi, a partire dal contrasto agli abusivi e ai falsi mimi che girano in centro». Alessandro Casale è diventato il comandante della polizia municipale fiorentina poco più di un anno fa. Per lui è dunque tempo di un primo bilancio. «Sto cercando di dare un nuovo ritmo alle nostre attività: capisco che questo possa creare malumori interni, ma dobbiamo rispondere alla città», dice il comandante.
Alessandro Casale, comandante della polizia municipale di Firenze, prende il cellulare e scorre i dati sugli interventi dei vigili in città. «Ogni mattina ricevo un report su quante pattuglie sono in strada, dove sono e cosa fanno». Casale punta molto sull’analisi dei numeri, a partire da quelli dell’organico della municipale (780 agenti) che lo portano più di una volta durante questa intervista nella sede del Corriere Fiorentino a ricordare che «la coperta è corta e che se sposto una pattuglia su un fronte, ne lascio scoperto un altro». Però, aggiunge, «la cosa importante per noi è non perdere di vista la percezione dei fiorentini: se la città chiede attenzione su un disagio, dobbiamo saper rispondere. Per questo ho chiesto agli agenti di essere più incisivi e reattivi su alcuni fenomeni, come i falsi mimi e l’abusivismo commerciale in centro storico».
Comandante, lei è arrivato a Firenze 13 mesi fa. Dove parcheggia l’auto in città?
«La mia auto è rimasta a Milano.
Qui vado quasi esclusivamente a piedi, anche quando sono in servizio».
Beh, avrà capito che parcheggiare l’auto a Firenze è un disastro...
«No. Il fatto è che vengo da una realtà, quella lombarda, dove l’utilizzo del mezzo pubblico è una normalità».
E qui usa bus e tramvia? «In qualche occasione ho usato la tramvia e l’ho trovata piena. Ma le distanze sono a misura di gamba, quindi vado spesso a piedi».
Con l’occhio del vigile urbano, qual è il problema più grande di Firenze?
«Io ho lavorato in un paese da 3.200 abitanti, poi in una città da 50 mila e in un’altra da 130 mila: i problemi sono gli stessi, cambiano le dimensioni e le dinamiche della città. A Firenze certe problematiche diventano più importanti perché la città è frequentata da milioni di persone: dall’abusivismo commerciale al controllo dei locali, tutto è più complesso».
E il traffico? Non se la caverà dicendo che anche su questo tutto il mondo è paese...
«Quando ero comandante della municipale a Monza, in caso di problemi potevo usare tangenziali e circonvallazioni come valvole di sfogo. Questa opportunità qui non c’è e se succede qualcosa sui viali, ne risente tutta Firenze. Ma non si può dire che la città non si sia organizzata: pensiamo anche solo alla tecnologia che regola ai semafori, che è una eccellenza nazionale».
Giovedì scorso sono stati denunciati due aggressori del cardiochirurgo e di sua moglie incinta di 9 mesi. Ma quella sera in via degli Anselmi c’erano decine di ragazzini a incitare gli aggressori e a fare bellamente tutto ciò che volevano, assiepati sulle auto in sosta e sui motorini parcheggiati ovunque. Insomma, la fotografia di una malamovida che sembra fuori controllo. Non è compito anche della polizia municipale fermarla, facendo rispettare le regole?
«Bisogna partire dal basso, facendo rispettare tutte le norme più elementari delle civile convivenza. Si pensa sempre ci sia qualcosa di più grave di cui occuparsi, invece una società si basa su regole elementari. Prendiamo la sosta: una zona dove le auto sono parcheggiate ovunque dà l’idea di una territorio non governato attentamente».
A Firenze la sosta selvaggia è una piaga. Cosa fate per contrastarla?
«Siamo molto impegnati anche su questo. Facciamo un lavoro che forse non ha effetti speciali, ma che alla fine paga».
Quanti vigili ci sono ogni notte sulla strada per controllare la movida e tutto ciò che la crea, come i locali, l’alcol, il rumore?
«Le prendo il report che mi hanno mandato stamani (venerdì scorso, ndr): di notte avremo 29 pattuglie in servizio dalle 20 di sera alle 6 di mattina. Lo sforzo è grande: ogni notte una pattuglia che lavora con Alia, una che controlla l’area monumentale e i minimarket, tre pattuglie di pronto intervento e una per incidenti, tre pattuglie antiabusivismo in borghese, una che si occupa delle segnalazioni dei cittadini. E quest’ultimo è un servizio importantissimo, perché ciò che ci dicono i fiorentini ci consente di affrontare meglio i problemi».
In tutta sincerità, questi numeri sono sufficienti per una città come Firenze?
«È ovvio che se avessi a disposizione il doppio degli agenti, sarei solo contento. Ma facciamo bene anche con la dotazione attuale, cercando di ottimizzare e massimizzare. E comunque stiamo assumendo altri 100 agenti».
Più volte il sindaco ha ricordato che l’ordine pubblico e la sicurezza non sono compito del Comune ma delle forze dell’ordine. Poi però fate i concorsi e chiedete prestanza fisica, avete introdotto i cani anti-droga e aumentato gli agenti anti-degrado, e vorreste sperimentare il taser. Non è una contraddizione o peggio un’ipocrisia?
«Noi abbiamo delle competenze che riguardano la vita normale della città: sicurezza stradale e urbana, ambiente, tutela del consumatore. La criminalità è di competenza dello Stato, ma non è che ci voltiamo dall’altra parte se per esempio durante il controllo di un’auto abbiamo il sospetto che ci siano stupefacenti».
Ponte Vecchio è un piccolo grande suk. Eppure i vigili impegnati non sembrano generalmente molto reattivi di fronte a conclamate violazioni della legalità, come la vendita di merce contraffatta: camminano su e giù senza intervenire. Perché?
«Non è un suk! Forse lo era prima, ma ora la situazione è migliorata. Ogni giorno impieghiamo due pattuglie per tutelare l’immagine di Ponte Vecchio, che è un brand mondiale. Ci siamo dati questa organizzazione: le pattuglie in servizio evitano che gli abusivi posino la merce a terra, altre intervengono per la repressione vera e propria».
Scusi, comandante, però così conferma che i vigili in servizio su Ponte Vecchio passeggiano e basta.
«Se fossero loro a intervenire per fare i sequestri, il ponte resterebbe scoperto per ore perché le operazioni di sequestro e segnalazione non sono immediate. In ogni caso vorrei ricordare che da gennaio ad oggi abbiamo sequestrato 174 mila oggetti falsi, vincendo per questo un premio Anci. Non si può dire che siamo fermi».
Il lungarno Pecori Giraldi è ormai la riva su cui decine e decine di pullman scaricano turisti provenienti da ogni dove, bloccando il traffico. Il Comune dice che i controlli vengono fatti, ma i pullman ogni giorno sono lì. Perché? Chiudete gli occhi?
«No, no: noi non chiudiamo
gli occhi. Ma si torna alla questione della coperta corta: per mettere una pattuglia fissa sul lungarno Pecori Giraldi, devo lasciare scoperto un altro luogo. Tolgo gli agenti da Ponte Vecchio? O da via de’ Neri? Non mi sembra una buona idea. Noi dobbiamo sicuramente ottimizzare, ma la riflessione da fare sempre è sulla proporzionalità tra il problema e il nostro intervento».
Ma il problema di fondo non è che i pullman vanno fatti fermare altrove?
«Esatto. Il Comune punta a spostarli nel parcheggio di viale Guidoni, quando sarà in funzione la linea 2 della tramvia».
A proposito di tramvia: a 4 mesi dall’entrata in funzione la linea 3, l’impegno dei vigili sul fronte del traffico è aumentato o diminuito?
(Casale sorride, ndr) «Diciamo che, cambiando l’assetto della mobilità, c’è bisogno di un’attenzione particolare. Però posso dire che in alcuni giorni, come martedì scorso, i viali erano già più scarichi di auto. Gli effetti si cominciano a vedere, anche se in maniera un po’ random».
Piazza Stazione e piazza Dalmazia: con le modifiche volute dall’assessore Giorgetti, la situazione è migliorata, peggiorata o è rimasta la stessa?
«Rispetto all‘avvio, abbiamo alleggerito i servizi standard sia alla stazione che in piazza Dalmazia. Ma naturalmente manteniamo le antenne belle dritte, con quattro pattuglie che si occupano dei viali e tre alla stazione».
Dopo 13 mesi, che voto darebbe alla sua squadra?
«Sono soddisfatto. Lavoriamo bene e stiamo raggiungendo buoni risultati. Ma il nostro compito è migliorarci ogni giorno. Ad esempio ho chiesto più reattività sull’abusivismo commerciale in centro: noi dobbiamo essere dove ci sono i tappetini, non 50 metri più in là. E la stessa cosa vale sui falsi mimi. Capisco che questo cambiamento di ritmo possa suscitare qualche malumore interno, ma dobbiamo rispondere alle esigenze della città».
Sono questi malumori ad aver causato le dimissioni di Silvia Bencini da responsabile dei vigili della zona Unesco, anticipate ieri da Repubblica Firenze?
«In generale non commento le vicende interne dei lavoratori».
Ma teme uno sciopero a breve?
«Assolutamente no, tra l’altro sto facendo un percorso di condivisone delle scelte organizzative con tutti i sindacati».
Il lavoro dei vigili è molto criticato, non solo dai giornali. Ha mai pensato di lasciare?
«No. Una volta arrivato qui, potevo decidere di lasciare le cose così come erano, delegando tutto ai 7 livelli di gerarchia. Ma avevo e ho in testa un altro tipo di lavoro, con il cittadino al centro. E sento la presenza di un’amministrazione comunale che sostiene il coraggio di scelte nuove».
Rompicapo traffico La situazione in piazza Dalmazia e alla stazione è migliorata, ma teniamo comunque agenti in zona Io come mi sposto? Quasi sempre a piedi
I pullman sul lungarno Mettere una pattuglia fissa non è la soluzione, saranno spostati nel parcheggio di viale Guidoni quando sarà in funzione la linea 2
La riorganizzazione Sto cercando di dare un altro ritmo al lavoro della Municipale e capisco che ci siano dei malumori, ma non credo ci saranno scioperi