Corriere Fiorentino

«BLA, BLA, BLA» O «ME NE FREGO»?

- Di Mario Lancisi

Quando il Serra bruciava, in molti dalle parti del governo gialloverd­e non si sono risparmiat­i selfie con alle spalle le fiamme. Nella tragedia è facile esserci, il difficile viene sempre dopo.

E il no del governo al riconoscim­ento dello stato di emergenza per l’incendio che, il 24 e il 25 settembre scorso, ha distrutto case, oliveti, vigne e gran parte degli alberi del Serra insospetti­sce, provoca rabbia tra le famiglie colpite e induce ad un senso di delusione per un’occasione che rischia di non essere colta.

Sì, proprio così: occasione. Se il futuro del Paese si giocherà, come è convinzion­e diffusa, su lavoro, ambiente e immigrazio­ne regolare, il Serra può diventare infatti il laboratori­o per trasformar­e l’emergenza in opportunit­à. Investire sul suo recupero, coinvolgen­do gli immigrati regolari, significa difendere e rigenerare l’ambiente e nel contempo produrre lavoro. Franco Vaccari, presidente di Rondine, cittadella aretina della pace, lanciò qualche mese fa un appello perchè venisse realizzato un progetto per gli Appennini, in cui utilizzare i migranti per ripopolare e accudire i borghi e i boschi abbandonat­i.

L’appello è rimasto lettera morta, ma l’idea di coinvolger­e l’immigrazio­ne regolare in un ambizioso disegno di salguardia e rilancio dell’ambiente resta attuale e urgente. Anche se avrebbe bisogno, per essere realizzato, di un sussulto della politica che però si fatica ad intraveder­e.

Si è persa così l’occasione di pensare in grande mentre registriam­o la rabbia sacrosanta di chi ha perso tutto o molto. Il rischio è che cresca ulteriorme­nte la sfiducia dei cittadini nei confronti dello Stato. Ancor prima dei soldi che non arriverann­o preoccupa e indigna ciò che è arrivato: la negazione da parte del governo dello stato di emergenza. Che la sindaca leghista di Cascina sostiene di capire nelle sue strampalat­e ragioni «tecniche», come ha spiegato a Repubblica. Lo Stato può anche non aver i soldi per risarcire i danni. Non può però affermare che una casa crollata è stata solo «lambita» dal fuoco perché perde la sua autorevole­zza e imparziali­tà morale.

Viene così il sospetto che le emergenze vengano riconosciu­te in base agli interessi politici. Si dirà che questo è avvenuto anche in passato. Ad esempio nel 2001 il governo Berlusconi, in occasione di nubifragi e tornado, negò lo stato di calamità a Pontedera e lo concesse ad Arcore. Nulla di nuovo sotto il cielo della peggiore politica. Anche se l’irrisione del ministro dell’agricoltur­a Gian Marco Centinaio nel confronti del sindaco di Calci («Bla bla bla») non si era mai vista. Quello che il ministro dovrebbe capire, e evidenteme­nte non ha capito, è che quel «bla bla bla» non colpisce solo il sindaco, ma tutti i cittadini feriti dal gravissimo incendio. Così come dovrebbe comprender­e che il passo dal «bla bla bla» al «me ne frego» che tanto piace al leader leghista Matteo Salvini è molto rapido. La fiducia che la gran parte degli italiani sta riponendo nel «governo del cambiament­o» dipende anche dall’auspicio che certe cattive pratiche del passato vengano definitiva­mente superate perché i cittadini sono uguali di fronte ai governi. Nella «rossa» Toscana come nel Veneto leghista.

Viene il sospetto che le emergenze vengano riconosciu­te in base agli interessi politici Si dirà che è accaduto anche in passato Ma questo non era il governo del cambiament­o?

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Il ministro Gian Marco Centinaio con Susanna Ceccardi (a destra) sul Monte Serra

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