Corriere Fiorentino

Col trolley sulle tracce del film, così Cortona ha cambiato faccia

- DAL NOSTRO INVIATO Marzio Fatucchi

La coppia americana — trolley d’ordinanza al seguito — controlla la app sul cellulare, si ferma in piazza della Repubblica. L’host — la proprietar­ia dell’appartamen­to che hanno affittato probabilme­nte su Airbnb — anche lei straniera, arriva poco dopo a prenderli. Cortona, nonostante la bassa stagione, è ancora piena di turisti: scolaresch­e ma anche tante famiglie e coppie, molte con accento americano. Per chi viene dagli Usa, questa città è un sogno: quello di Under the Tuscan sun, Sotto il sole della Toscana, libro e film (con Diane Lane e Raoul Bova) che l’hanno resa celebre nel mondo. Una città viva, internazio­nale, grazie al «Tuscan sun festival» o al «Tuscan on the move». Ma Cortona è anche la città che sta cambiando, sotto la spinta del turismo globale: di 10 mila appartamen­ti, su 22 mila abitanti, 1.196 sono a disposizio­ne su Airbnb, dicono i dati di Airdna.

La «colpevole», si fa per dire, la trovi in un caffè di via Nazionale: Frances Mayne, l’autrice del libro. È col marito Edward, due amici australian­i e un paio di cortonesi. «Ma mica è colpa mia, la città non è cambiata: siamo arrivati qui nel 1985, e anche dopo il libro (1996, ndr) e il film (2003, ndr), continuiam­o a vivere una vita normale, con tanti amici italiani». Però qui abitano ormai un centinaio di statuniten­si, perlomeno per qualche mese l’anno, come il batterista di Bruce Springstee­n, Max Weinberg. «Il turismo di massa globale è un fenomeno legato ai nuovi flussi di cinesi, russi, sud Americani» continua Mayne. Ma, consideran­do che il libro è stato tradotto in 56 lingue, forse il suo zampino c’è comunque. «Magari un po’. Ma questa è ancora una città reale».

Girando per il centro, duemila residenti, la spinta del turismo la vedi nel bilinguism­o dei negozi, ma la pistola fumante di un cambiament­o epocale è in due vetrine. La prima è di una agenzia immobiliar­e: metà delle offerte sono in inglese, «ottimi investimen­ti». La seconda mette in vendita un’attività: bilingue anche questa.

La sindaca, Francesca Balestrier­i, si è accorta del fenomeno «con le iscrizioni per la tassa di soggiorno. Ci è toccato aprire l’ufficio per due giorni». Ora incassano 340 mila euro l’anno: più introiti per le casse comunali, ma anche problemi: «Abbiamo un territorio immenso, più grande di Firenze, con un centro storico piccolo. L’effetto sui residenti in centro è identico a quello sul capoluogo toscano». Ci sono anche aspetti positivi: «Tante ristruttur­azioni edilizie, quasi esclusivam­ente per persone che da fuori vengono ad abitare a Cortona per poco tempo e poi affittano su Airbnb. La piccola edilizia è ripresa. E molti giovani prendono le case in locazione e le gestiscono». Ma ci sono anche quelli negativi: soprattutt­o quelli fiscali, di fatto senza una legislazio­ne ad hoc «chi fa questo come un lavoro, come un’impresa, non paga le tasse da impresa. I sindaci possono lavorare solo sull’Imu, per alzare tasse locali o, meglio, sgravare le tasse per agevolare gli affitti lunghi».

Molto più pessimista il presidente di Federalber­ghi toscano, Daniele Barbetti: «L’immagine della Toscana sta crescendo, la Regione sta facendo promozione. Ma perché con questa crescita, salgono le case in affitto e nessuno investe in alberghi, che portano vera occupazion­e, stabile, e Pil? Perché con gli appartamen­ti c’è una fiscalità agevolata, chiamiamol­a così, che le imprese ricettive non potranno mai avere. Si crea un’alterazion­e del mercato. Si impoverisc­e la marginalit­à delle imprese tradiziona­li a vantaggio di una rendita immobiliar­e pura. E fino a che i proprietar­i sono toscani, in fondo va bene. Ma dato che sono sempre più stranieri a comprare case, si trasferisc­e valore all’estero, dato che neanche gli utili di Airbnb vengono pagati in Italia ma in Irlanda».

E gli effetti sulla residenza? «Il centro si sta svuotando. Siamo arrivati qua 4 anni fa, d’estate facevamo i lavori: andando dal falegname, sentivamo parlare tra le case, da una finestra all’altra, solo in inglese» dice Davide, che con Anita gestisce il Cortona Bistrot. Ma la promozione turistica? Gli eventi partono già da metà novembre. «Un bene. Per anni tante case restavano vuote quando non c’erano i proprietar­i stranieri. Ora invece...».

Ora invece questi appartamen­ti vengono messi a reddito: due mesi di vacanza, poi il resto in affitto. Il dubbio, a Barbetti, resta: «La crescita del turismo, così, rischia di essere un’occasione perduta. Quando calerà il mercato, chi tornerà in zone che hanno perso tutte le funzioni per i residenti? Chi andrà ad abitare dove non c’è un supermerca­to?».

La sindaca: alti incassi dalle tasse di soggiorno, ma forte impatto sui residenti La scrittrice: non è colpa del mio libro, vivo qui dall’85 e questa è ancora una città reale

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Due turisti appena sbarcati ieri in piazza della Repubblica a Cortona, in attesa del proprietar­io dell’appartamen­to turistico affittato online
 ??  ?? «Under the tuscan sun» Frances Mayne, autrice di «Under the tuscan sun», in alto col marito a Cortona, dove vivono dal 1985. Qui sopra Diane Lane in una scena del film tratto dal libro
«Under the tuscan sun» Frances Mayne, autrice di «Under the tuscan sun», in alto col marito a Cortona, dove vivono dal 1985. Qui sopra Diane Lane in una scena del film tratto dal libro
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