Corriere Fiorentino

Duemila anni di via Senese, guardando al futuro

Il convegno a Villa Romana per chiedere che la strada sia assegnata solo al Quartiere 1

- Mauro Bonciani

Dai romani al Poggi e Firenze capitale, passando per l’assedio che riportò al potere i Medici. Il convegno di ieri a Villa Romana «Via Senese, antica strada da riscoprire e conoscere», promosso dal Comitato di tutela di via SeneseSan Gaggio, è un altro tassello del percorso di riappropri­azione di storia e memoria che il Comitato ha intrapreso per chiedere a Palazzo Vecchio che tutta via Senese sia nel territorio del Quartiere 1, cioè il centro storico, e non solamente il tratto più vicino a Porta Romana (il resto è del Q3, Gavinana-Galluzzo).

Una richiesta che guarda al passato, fino al 1990 tutta la strada era di un solo Quartiere, ma soprattutt­o al presente ed al futuro con servizi più a portata di mano per i residenti, oggi costretti a fare riferiment­o a Gavinana per i vigili urbani (anche se c’è un distaccame­nto a Porta Romana, ma è del Q1) o a via D’Annunzio per alcuni servizi sanitari, come ha spiegato la presidente del Comitato nato nel 2016, Silvia Ragionieri, introducen­do l’affollato evento.

Gli interventi di Daniela Mignani, architetto, dello storico dell’arte Alessandro Cecchi, dell’archeologo Riccardo Chellini, del professor Riccardo Innocenti e dell’architetto e scrittore Renzo Manetti hanno tracciato vari aspetti di 2000 anni di storia, del mosaico di conoscenze o riscoperte che legano la collina di San Gaggio con il cuore di Firenze, fino alle Due Strade, dove c’era il confine con il Comune del Galluzzo, soppresso nel 1928. Della via Maestra Romana, diventata via Senese solo a fine Ottocento con Firenze capitale. Così si è parlato delle 5 lapidi romane che si trovavano sulla via, due della quali esistono ancora anche se le iscrizioni non sono più visibili. Dei segna distanze in marmo che contavano la distanza da piazza Signoria — 1.570 metri a Porta Romana, 2.700 alle Due Strade — delle peti- zioni alla Serenissim­a Madama Maria Maddalena d’Austria, moglie del Granduca Cosimo II Medici, perché una strada sul colle di Sant’Ilario era diventata malfamata e malfrequen­tata, delle distruzion­i e battaglie legate l’assedio di Firenze del 1529/30, ai cambiament­i portati dal viale dei Colli ideati da Giuseppe Poggi, fino all’annuncio che il condominio dove si trovano restaurerà le Fonti di Sant’Ilario anche se non vi riporterà l’acqua. Una strada ed una collina, che grazie anche i vincoli paesaggist­ici introdotti nel 1951, ha mantenuto intatta identità e geografia. E cui residenti chiedono di non avere un trattament­o differente solo perché fuori dalle mura e dall’aerea Unesco.

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Daniela Mignani, architetto ed ex funzionari­o del ministero dei beni culturali durante il suo intervento a Villa Romana

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