Corriere Fiorentino

Nesti: lo scontro cattolici-comunisti per capire gli italiani di oggi

- Edoardo Semmola

Dio è morto, Marx è morto, parafrasan­do una celebre battuta di Eugene Ionescu. «Sì, in un certo senso parlare di cattolici contro comunisti oggi, nel 2018, è un po’ come parlare degli etruschi: si ha una prospettiv­a museologic­a». Sono contrappos­izioni che «oggi hanno poco da raccontare ma…».

Quando l’ex docente di Sociologia della religione Arnaldo Nesti arriva al «ma», inizia a enumerare le mille contrappos­izioni «aprioristi­che» che caratteriz­zano la società di oggi. «La principale è il dibattito sull’immigrazio­ne: ci sono i “noi” e “gli altri”, una trincea di fronte all’altra. Come 70 anni fa i cattolici e i comunisti. Come sempre è stato. Capire l’Italia e gli italiani di allora, il loro modo di contrappor­si, aiuta a capire quelli di oggi, che in fondo gli somigliano molto».

L’allergia «all’altro» non conosce antistamin­ico, sostiene lo storico delle religioni pistoiese. Ed è anche per questo, «oltre all’ovvia motivazion­e del non disperdere una memoria storica che a lungo ha spaccato l’Italia», che ha da poco pubblicato per le Edizioni Dehoniane Bologna il suo ultimo lavoro La scomunica. Cattolici e comunisti in Italia con la prefazione di monsignor Luigi Bettazzi e la postfazion­e dell’ultimo segretario del Partito Comunista, Achille Occhetto: la ricostruzi­one storica di cosa ha portato e cosa ha comportato il decreto della Congregazi­one del Sant’Uffizio del primo luglio 1949 voluto da Pio XII contro i comunisti. Libro che martedì alle 17 presenterà nell’aula magna Giovanni Benelli della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale (piazza Tasso) insieme allo stesso Bettazzi, Marco Pietro Giovannoni, Mario Lancisi, e al professor Sandro Rogari.

«L’Italia è cambiata ma il desiderio di cambiament­o, il problema della povertà, la ricerca di altro si sono spente?» si chiede Nesti. «Assolutame­nte no. Si dice sia scomparsa la sinistra, ma non sono scomparse quelle domande di cui la sinistra era una risposta» ed è in questa ottica che ampia parte della sua trattazion­e storica riguarda la Toscana con una serrata analisi territorio rosso per territorio rosso dall’Empolese al Mugello, da Certaldo alla Valdichian­a, partendo dai funerali di don Milani. «Ciò che ha caratteriz­zato la Toscana era la mezzadria e il “problema” del fattore-padrone — spiega — Per me che ho diretto il Centro di Studi Sociali di Pistoia, finanziato dalla Cia, è una memoria ancora molto calda: in quel mondo fortemente caratteriz­zato dall’anticomuni­smo ci sono cresciuto dentro. A quei tempi per noi era difficile anche invitare a parlare La Pira, che era mal visto dalla Cia». Proprio ieri Nesti ha spedito la sua biblioteca al comune di Peccioli: 15 mila volumi di sociologia delle religioni e argomenti affini. «Alla mia età si sente il pensiero della morte e certe cose è meglio farle da vivo». A Peccioli ha fondato il museo delle icone russe e il sindaco Renzo Macelloni è un suo ex studente.

 ??  ?? Nesti tra gli scaffali vuoti della sua biblioteca
Nesti tra gli scaffali vuoti della sua biblioteca

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy