Roma-Siena: i leader del centrodestra contro il corteo animalista
Salvini, Meloni e Gelmini contro il corteo animalista (non ancora autorizzato)
Un risultato la manifestazione contro il Palio di Siena l’ha già raggiunto: far parlare di sé. Senza neppure il bisogno di scendere in strada. In attesa che venerdì la Questura sciolga le riserve sul corteo organizzato dagli animalisti per domenica 9 dicembre, l’iniziativa ha già trovato la netta opposizione, attraverso una serie di tweet ravvicinati, di tre esponenti nazionali del centrodestra che nei mesi scorsi erano stati invitati dal sindaco Luigi De Mossi ad assistere alla Festa.
«Nel pieno rispetto delle opinioni e delle sensibilità di ciascuno, mi sento di dire giù le mani dalle tradizioni, giù le mani dalla nostra storia e giù le mani dal Palio di Siena!» scrive il vicepremier Matteo Salvini. Seguito a ruota da Giorgia Meloni, leader di FdI: «Siena è il Palio e il Palio è il simbolo di Siena nel mondo. Giù le mani dal Palio. Viva la nostra identità nazionale e viva le nostre tradizioni!». Poi Maria Stella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera: «Il Palio è un pezzo dell’identità, della storia e della cultura di Siena. Giusto adoperarsi sempre più per la sicurezza della corsa, ma chiederne la soppressione è un atteggiamento miope». «La storia siamo noi», scrive poi il sindaco di Siena, Luigi De Mossi: «Tutti quelli che vogliono giudicarci senza conoscerci si rassegnino: sono solo parole che si perdono nel vento».
Le frasi di Salvini sono state sottoscritte anche da Pier Luigi Millozzi, Rettore del Magistrato del Contrade, che nei giorni scorsi aveva invitato le autorità a non autorizzare la manifestazione: «Che un vicepremier difenda le tradizioni, in particolare il Palio di Siena, può fare solo piacere». Soprattutto se il vicepremier in questione è anche ministro dell’Interno e Prefettura e Questura devono ancora decidere se dare o meno il via libera alla manifestazione anti Palio. Una decisione quanto mai attesa all’ombra della Torre del Mangia, perché i manifestanti non sembrano intenzionati a desistere: pronti a godere di una palcoscenico migliore, piazza Amendola a pochi metri del centro storico, rispetto alla periferia dov’erano stati destinati nel 2015. «Più che il Palio di Siena, si potrebbe definire il “macello di Siena”, visto che dal 1970 ad oggi oltre 50 cavalli sono morti tra atroci sofferenze», hanno affermato gli animalisti in una nota. «Noi non protestiamo contro la città di Siena, né contro i senesi. Noi non chiediamo l’eliminazione del Palio di Siena, ma, per esempio, la sostituzione della competizione con i cavalli con gare sportive con partecipanti umani».
Pura blasfemia per i contradaioli, che nonostante gli inviti a non cadere in provocazioni, sono pronti a una contromanifestazione, pacifica per lo meno nei proclami: «Ci aspettavamo più buonsenso da parte delle autorità (che però non hanno ancora deciso, ndr). Faremo la nostra parte, pacificamente e senza cadere in provocazioni. Dentro le mura non entreranno, manifestino pure in periferia».