I SINDACI NEL MEZZO
Matteo Renzi lo ripete più o meno da un mese: «Non mi occupo del congresso del Pd». È un mantra che suona strano in bocca a chi è stato per due volte segretario del partito, ha fatto il sindaco e il premier sotto le insegne dei Democratici. Ma già alla Leopolda, quando sono stati lanciati in pompa magna i comitati civici contro il governo gialloverde, era apparso chiaro che Renzi stava pensando ad altro. Vedremo se lo sbocco sarà davvero una nuova forza politica, ma quel che è certo è che questa situazione alla Nanni Moretti («Mi si nota di più se vengo e me ne sto in disparte o se non vengo per niente?») sta disorientando non pochi fedelissimi dell’ex Rottamatore. Primi tra tutti, i candidati sindaco che a maggio giocheranno in Toscana una partita molto difficile, stretti tra il centrodestra unito trainato da una Lega che si sta velocemente radicando (gazebo in piazza, tesseramento, nuove sedi nelle periferie un tempo rosse) e i Cinque Stelle in cerca di rivincite dopo essere divenuti in soli sei mesi il socio di minoranza del governo Conte.
Il più in imbarazzo sembra essere Dario Nardella, anche per il valore simbolico della sfida fiorentina. Non a caso ieri il sindaco ha lanciato due messaggi: 1) no alla scissione, perché «di fronte ai problemi non fai un altro partito»; 2) serve un «rinascimento del Pd» e in questo «Renzi è decisivo». All’ex Rottamatore saranno fischiate le orecchie. Ma non c’è solo Firenze: in primavera si voterà a Prato, Livorno e altri 185 Comuni medi e piccoli della Toscana. Il sindaco pratese Matteo Biffoni corre per la riconferma in una città che è ancora alla ricerca di una nuova vocazione economica culturale e i cui problemi, a partire dal distretto parallelo cinese, sono così profondi da essere difficilmente risolvibili nell’arco di cinque e forse dieci anni. (Vale oggi per Biffoni come valeva nel 2014 per il suo predecessore di centrodestra Roberto Cenni).
E che dire di Livorno? Qui i Democratici, che cercano la rivincita dopo la storica sconfitta del 2014 ad opera del pentastellato Filippo Nogarin, stanno cercando di ricostruire il centrosinistra e di aprirsi alle forze civiche. «Bisogna lavorare sodo per riconquistare il Comune alle prossime elezioni», disse Renzi nell’agosto dell’anno scorso arrivando a Livorno per presentare il suo libro. Missione complicata di per sé, forse impossibile senza sapere cosa diventerà il Pd nazionale e se la sua componente ad oggi più forte, quella renziana, sarà ancora di casa oppure altrove.