Corriere Fiorentino

«La Gioconda non va in giro, e anche i nostri Leonardo restano a casa»

Schmidt: «Anche i francesi non fanno viaggiare la Gioconda. Al massimo mando i disegni»

- C.D.

Nel giorno in cui conferma il suo niet a Parigi per il prestito delle opere di Leonardo (e Verrocchio) custodite agli Uffizi — L’Adorazione dei Magi, l’Annunciazi­one e il Battesimo di Cristo — il direttore delle Gallerie fiorentine Eike Schmidt cavalca un altro progetto e ne parla a Roma, alla sede della stampa estera. È un progetto da mezzo milione di euro, per cui da oggi è aperta la caccia ai donatori, ed è finalizzat­o a riaprire la sala delle Carte Geografich­e , al secondo piano tra la Tribuna e la Sala Botticelli. Chiusa da quasi trent’anni, dopo poco che qui — dicono dagli Uffizi — Dario Argento girò La Sindrome di Stendhal, dovrebbe riaprire entro la metà del prossimo anno, dopo un progetto di restauro già predispost­o dall’architetto Antonio Godoli e dall’Opificio delle Pietre Dure.

È un fiume in piena il direttore degli Uffizi quando parla davanti alla platea dei giornali stranieri e manda a dire alla Francia: «Il Louvre ci ha richiesto sia dipinti che disegni per la celebrazio­ne dell’anno leonardian­o del 2019: noi non daremo nessun quadro, ma siamo assolutame­nte aperti al prestito di disegni di Leonardo da Vinci. Del resto il Louvre giustament­e non fa viaggiare la Gioconda... Credo dunque di trovare l’appoggio dei colleghi francesi, quando applichiam­o la stessa regola ai tre capolavori di Leonardo che custodiamo, tra l’altro inseriti dal 2009 in una lista di opere inamovibil­i». Snocciola dati sui visitatori alla mostra sul Codice Leicester (165 mila a oggi) e sulle presenze al complesso degli Uffizi (4 milioni nel 2018), poi si sofferma sul progetto della sala delle Carte Geografich­e. «È un ambiente interessan­te chiuso da trent’anni per il quale abbiamo messo in cantiere alcune opere. Occorrerà rifare l’impianto di condiziona­mento e di illuminazi­one e quello antifurto, poi si dovranno cambiare i vetri che oggi non consentono la visione dello splendido panorama verso Santa Croce. Toglieremo questi

L’annuncio

«Il prossimo anno riapriremo la Sala delle Carte Geografich­e chiusa da trent’anni»

colorati e ne metteremo di trasparent­i predispone­ndo un meccanismo che ripari la sala da una luce troppo diretta e violenta, almeno in alcune ore». Il grosso dei lavori, che dovrebbero per l’appunto costare 500 mila euro, riguarda dunque la parte impiantist­ica, sugli affreschi e le carte geografich­e ci sarà poco da intervenir­e. E questo vale sia per le carte in sé che per quello che si vede al tetto della sala: «delle allegorie femminili che il cardinale Ferdinando I de’ Medici aveva commission­ato a Jacopo Zucchi quando era a Roma, prima di tornare a Firenze, e che poi si portò con sé quando diventò granduca». Ai lati della sala tre carte geografich­e, una riproduce l’Isola d’Elba, l’altra lo Stato di Siena e l’altra la Toscana che portano la firma di Ludovico Buti e che sono la naturale prosecuzio­ne della Sala delle Carte Geografich­e di Palazzo Vecchio. «Qui — aggiunge Schmidt — è manifesto l’intento di celebrare la potenza dei Medici». Il progetto dovrebbe essere definito già per gennaio, poi si procederà se si troveranno i donatori: «Impresa non difficile spero — aggiunge — visto che si tratta di un ambiente di grande bellezza e pregio all’interno della nostra galleria e considerat­o che sono già in contatto con potenziali mecenati. Nel giro di sei mesi potrebbe ritornare a essere visitabile come un tempo. Poi un ultimo annuncio: «Sempre al primo piano i pittori veneziani e quelli fiorentini del ‘500 nel 2019, avranno sale tutte per loro». C’è ancora da aspettare invece per l’avvio dei lavori per la riapertura del Vasariano: l’appalto dovrà essere bandito da Invitalia, ma presto se ne conoscerà il progetto.

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Il direttore degli Uffizi, Schmidt
 ??  ?? Sopra l’«Annunciazi­one» di Leonardo degli Uffizi. A sinistra dall’alto: la Sala delle Carte geografich­e e Eike Schmidt
Sopra l’«Annunciazi­one» di Leonardo degli Uffizi. A sinistra dall’alto: la Sala delle Carte geografich­e e Eike Schmidt
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