Corriere Fiorentino

I gemelli d’Italia

Chiesa e Berardi sono i due giovani più seguiti in serie A Domenica la sfida a Reggio Emilia, anche per l’Europa

- Matteo Magrini

Sono i gemelli diversi del calcio italiano. Stesso ruolo, stesso talento, stesso destino. Ragazzi terribili capaci, nemmeno ventenni, di scalare le gerarchie del calcio italiano. Prima Berardi, poi Chiesa. Gli è bastato poco, per imporsi. Percorsi simili, ma diversi. Perché oggi, pur essendo «partito in ritardo», Federico ha messo la freccia, e ha operato il sorpasso.

Se un paio d’anni fa infatti era l’attaccante del Sassuolo il gioiello al quale tutta Italia si aggrappava, oggi è difficile non riconoscer­e in Chiesa il capofila della next generation azzurra. Esempio pratico: Berardi (nato nel 1994) ha fatto il suo esordio in Serie A nella stagione 2013/2014 e, nemmeno ventenne, fu capace di segnare 16 gol in 29 partite. Un impatto devastante, confermato nel campionato successivo: 32 presenze, e 15 reti. Roba da predestina­to. Tanto da spingere tutti i top club (Juventus in testa) a far follie pur di prenderlo. Eppure, da quel momento, la storia ha cambiato verso. Infortuni, squalifich­e, i clamorosi «no» ai bianconeri. Pian piano, Berardi, si è perso per strada. Non a caso, in Nazionale, ha messo piede soltanto qualche mese fa. È stato Roberto Mancini a volerlo e, il 1° giugno scorso, a farlo esordire.

Un impatto col calcio dei grandi, il suo, addirittur­a superiore a quello di Chiesa. Federico ha esordito in A alla stessa età di Domenico (19 anni) ma non ha avuto la stessa partenza flash. Basti pensare che oggi, dopo due campionati e mezzo, Fede può vantare (in 77 presenze nel nostro campionato) soltanto 11 reti. Eppure, ora come ora, è lui il titolare in azzurro. Unico sempre presente da quando il Mancio siede sulla panchina azzurra ed eletto a simbolo del nuovo corso. Nel giro di un paio d’anni insomma, il viola ha prima raggiunto, e poi staccato il collega.

Anche sul mercato. Lo vogliono tutti, e la sua valutazion­e corre veloce. Oggi, siamo più o meno sui 70 milioni. E Berardi? Dicono che in estate la Roma avesse messo sul piatto (circa) 25 milioni. A proposito. Pare che in quelle settimane anche Corvino (che ci aveva provato l’anno prima) abbia fatto più di un tentativo per portarlo a Firenze. La trattativa per Pjaca non decollava, e al dg l’idea di unire i due «gemelli» stuzzicava parecchio: 15 milioni più Sottil e un altro giovane. Questa (nonostante la società abbia sempre smentito) la proposta (rifiutata) presentata al Sassuolo. Adesso chissà. Certo, immaginarl­o insieme a Chiesa (in viola) è dura. Più semplice, semmai, pensare che Berardi possa diventare l’obiettivo numero uno quando, prima o poi, Federico spiccherà il volo. Di sicuro, qualora ce ne fosse il bisogno, «scenderebb­e in campo» anche Benassi.

L’ex Toro e Domenico infatti sono uniti da un’amicizia speciale. Si sentono quasi tutti i giorni e anche domenica, dopo la partita, troveranno il modo per trascorrer­e una serata in compagnia insieme alle rispettive famiglie. Prima, però, il campo. E una sfida nella sfida alla quale né Chiesa, né Berardi, arrivano nel migliore dei modi. Anzi. Entrambi fermi a quota 2 gol, non segnano da una vita. Il primo dal 22 settembre (rete alla Spal) il secondo, addirittur­a dal 26 agosto. Chi si sbloccherà per primo? Pioli e De Zerbi aspettano risposte, e sperano. Perché senza di loro, per Fiorentina e Sassuolo, diventa difficile (forse impossibil­e) pensare all’Europa.

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Sopra Domenico Berardi e Federico Chiesa, sotto Roberto Mancini, ct della Nazionale

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