Corriere Fiorentino

Scoperti gli affreschi nella palestra di Yuri Chechi

A Prato il complesso di San Domenico svela opere realizzate tra il ‘300 e il ‘600

- Giorgio Bernardini

Enormi affreschi nascosti da mani di vernice e intonaco. In pochi avrebbero scommesso sul fatto che attorno alle prime geometrie disegnate dal «signore degli anelli», Yuri Chechi, si sarebbero nascoste decine di dipinti realizzati tra il 1300 e il 1600. È la scoperta fatta nel cuore del centro storico di Prato, nel complesso di San Domenico, dalle restauratr­ici Daniela e Stefania Valentini, riuscite nell’intento di scovare l’arte sepolta da secoli. Che ora è pronta per essere mostrata alla città. Chiesa eretta alla fine del Duecento, refettorio, dormitorio, granaio, teatro parrocchia­le e infine palestra. Tutto questo è stato l’ambiente annesso al complesso monumental­e della chiesa: un vasto locale suddiviso su due livelli. La parte superiore, accessibil­e dal chiostro, è stata usata nel Novecento da generazion­i di ragazzi come teatrino, mentre la parte inferiore ha ospitato la palestra di ginnastica «Etruria» fino agli anni Settanta.

Proprio quella dove si è formato il campione olimpico pratese Yuri Chechi. Sulle pareti dello spogliatoi­o ci sono ancora gli strumenti ginnici, mentre su quelle della parte principale della struttura ci sono i segni delle pertiche, agganciate probabilme­nte senza cognizione di causa rispetto alle pareti affrescate già nascoste dall’intonaco. Dopo l’acquisizio­ne completa dell’edificio da parte della Diocesi di Prato, nel piano terra, attualment­e in via di ristruttur­azione, le restauratr­ici sono dunque riuscite a ritrovare «i tesori» come sono stati definiti ieri mattina dal direttore dei Musei diocesani Claudio Cerretelli in occasione del loro disvelamen­to pubblico. Già nel 1995, nel libro Prato e la sua Provincia, Cerretelli aveva ipotizzato la presenza di affreschi ma non ve ne era certezza. «Gli indizi erano due — spiega — nella parte superiore, dietro il palcosceni­co dell’ex teatro c’erano delle tracce di colore sotto l’intonaco, mentre nel piano sottostant­e, l’ingresso è sormontato da una lunetta affrescata: per questo si supponeva che anche nel locale interno ci fossero dei dipinti». I dipinti paiono essere stati realizzati dagli allievi di varie scuole. La prima occasione per ammirare gli affreschi sarà per questo sabato nell’ambito della festa «La Stella nel Chiostro»: dalle 15 alle 17 si terranno delle visite guidate gratuite curate dell’associazio­ne Artemia. Il restauro, cominciato anche grazie ai soldi raccolti nel corso di una singolare lotteria promossa lo scorso anno dalla Diocesi, proseguirà anche nei prossimi mesi.

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Uno degli affreschi individuat­i dalle restauratr­ici Daniela e Stefania Valentini

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