Corriere Fiorentino

Un ragazzo pieno di poesia nella favola di Cristicchi

- Edoardo Semmola

Undici anni fa Simone Cristicchi faceva scoprire all’Italia intera il suo immenso talento vincendo a sorpresa il Festival di Sanremo con una canzone su cui mai qualcuno avrebbe mai potuto scommetter­e: Ti regalerò una rosa. Fuori da ogni schema sanremese, il monologo di un «matto», una canzone di denuncia sul tema della malattia mentale, diventava un successo nazional-popolare. Nel frattempo Cristicchi ha virato la sua carriera verso il teatro, ma senza dimenticar­e quell’esperienza con gli internati di Volterra, da cui nacque la canzone e una fetta importante dell’esperienza artistica del cantautore romano. Lo stesso tema che, in modo diverso, porta in scena al Teatro Puccini di Firenze stasera e domani (ore 21) con Manuale di Volo per Uomo scritto da lui stesso con Gabriele Ortenzi, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo per la regia di Antonio Calenda: una favola metropolit­ana in cui Cristicchi interpreta un quarantenn­e rimasto bambino che qualsiasi cosa guardi appare stupefacen­te, affascinan­te e meraviglio­sa. Un «ritardato» da compatire? O un «super-sensibile» capace di mettere a fuoco i dettagli di bellezza che sfuggono agli altri esseri umani? Questo racconto poetico e surreale che aiuta a ritrovare il bambino che vive dentro di noi cercando in quella che il cant-attore chiama «mappa geografica dell’anima». Come quando il protagonis­ta Raffaello «chinandosi su un tarassaco, fiore dell’alternanza tra giorno e notte che spunta dall’asfalto – racconta Cristicchi – scopre che mima le difficoltà della vita». Questo spettacolo «racconta una resurrezio­ne che da una vita drammatica si evolve fino al volo» come svela il protagonis­ta, toccando temi come la tenerezza, la spensierat­ezza e la poesia.

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Simone Cristicchi

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