Un ragazzo pieno di poesia nella favola di Cristicchi
Undici anni fa Simone Cristicchi faceva scoprire all’Italia intera il suo immenso talento vincendo a sorpresa il Festival di Sanremo con una canzone su cui mai qualcuno avrebbe mai potuto scommettere: Ti regalerò una rosa. Fuori da ogni schema sanremese, il monologo di un «matto», una canzone di denuncia sul tema della malattia mentale, diventava un successo nazional-popolare. Nel frattempo Cristicchi ha virato la sua carriera verso il teatro, ma senza dimenticare quell’esperienza con gli internati di Volterra, da cui nacque la canzone e una fetta importante dell’esperienza artistica del cantautore romano. Lo stesso tema che, in modo diverso, porta in scena al Teatro Puccini di Firenze stasera e domani (ore 21) con Manuale di Volo per Uomo scritto da lui stesso con Gabriele Ortenzi, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo per la regia di Antonio Calenda: una favola metropolitana in cui Cristicchi interpreta un quarantenne rimasto bambino che qualsiasi cosa guardi appare stupefacente, affascinante e meravigliosa. Un «ritardato» da compatire? O un «super-sensibile» capace di mettere a fuoco i dettagli di bellezza che sfuggono agli altri esseri umani? Questo racconto poetico e surreale che aiuta a ritrovare il bambino che vive dentro di noi cercando in quella che il cant-attore chiama «mappa geografica dell’anima». Come quando il protagonista Raffaello «chinandosi su un tarassaco, fiore dell’alternanza tra giorno e notte che spunta dall’asfalto – racconta Cristicchi – scopre che mima le difficoltà della vita». Questo spettacolo «racconta una resurrezione che da una vita drammatica si evolve fino al volo» come svela il protagonista, toccando temi come la tenerezza, la spensieratezza e la poesia.