Corriere Fiorentino

Nardella arrabbiato: «È Firenze il mio partito»

- Paolo Ceccarelli

Più renziani di lui è difficile trovarne nella Piana rossa e anti-renziana. E non ha intenzione di cambiare idea ora. «Matteo deve restare nel Pd e a portare idee e passione a questo partito», dice il sindaco di Prato Matteo Biffoni. Renzi ieri sera ha smentito di voler fondare qualcosa di nuovo, ma se un giorno dovesse accadere «noi resteremo comunque nel Pd per portare avanti l’idea di rinnovamen­to incarnata da Renzi». «Noi», cioè i renziani.

Sindaco, come ha reagito alle voci di un Partito di Renzi?

«Renzi resta un punto di riferiment­o del Pd, e noi dobbiamo concentrar­ci su tutt’altro. Vorrei ricordare a tutti che il Pd è l’unico argine contro questo governo che, dall’economia al rapporto con l’Europa, sta ammazzando il Paese con la sua cialtronag­gine e la sua mancanza di senso istituzion­ale. E se vogliamo che questo argine rimanga robusto, ognuno di noi deve portare mattoni e cemento, cioè idee e energie».

Mentre si parlava di un possibile strappo dell’ex premier, tanti renziani scrivevano «io resto nel Pd». Per la prima volta i fedelissim­i prendono le distanze?

«Il Pd è la casa di Matteo. E senza di lui il Pd sarebbe più povero. Lui ha incarnato un’idea di rinnovamen­to e di modernizza­zione dell’Italia che ha convinto tanti italiani, non solo tanti di noi. Questa esigenza di cambiare lo status quo resterà, così come resteremo noi che ci abbiamo creduto e ci crediamo».

Dario Nardella ha detto: «Di fronte ai problemi non fai un altro partito, se no arriveremo alla scissione dell’atomo. Bisogna rilanciare il Pd».

«Dario ha fatto benissimo, perché il Pd è casa nostra. E perché rilanciarl­o è utile alle città lasciate sole dal governo, agli imprendito­ri che devono subire gli effetti del decreto dignità, a chi ha creduto alle promesse di Salvini sui poliziotti in più e non ne ha visto nemmeno uno...».

A proposito di città: a maggio Prato andrà al voto. Quanta paura le fa in questa chiave la possibile nascita del partito di Renzi?

«Ma è fantapolit­ica. Oggi potrei rispondere dicendo tutto e il contrario di tutto. Ad esempio potrei dire che una forza politica nuova, con intorno l’entusiasmo delle novità, potrebbe portarci voti in più e non toglierci. Ma il punto è che non si può ragionare così».

Allora stiamo all’oggi. Salvo sorprese, il centrodest­ra si presenterà unito a Prato come a Firenze e Livorno. La Lega è secondo alcuni sondaggi il primo partito in Toscana. Il Pd annaspa. Preoccupat­o?

«Non c’è niente di scontato e noi a Prato lo abbiamo imparato a nostre spese nel 2009 (quando il Pd perse per la prima volta nella storia la guida della città, ndr). Sono tranquillo perché so quello che abbiamo fatto in questi anni, ma so anche che non basta inaugurare tre scuole per prendere i voti dei genitori dei bambini che ci andranno».

Prima delle elezioni ci saranno le primarie per scegliere il nuovo segretario del Pd. Lei chi voterà?

«Non ne ho la più pallida idea. Io, a chi mi chiedeva di firmare per questo o per quello, ho sempre detto: “Ragazzi, attenzione, aspettiamo di capire chi si candida davvero”. Ora poi c’è un po’ troppa agitazione...».

Molta agitazione e poche idee per il partito e per il Paese...

«No, via, lei è un po’ troppo cattivo. Non è così. Tuttavia quando dico “portiamo mattoni e cemento” intendo dare un contributo di idee. Non basta dire “vogliamoci bene”. Il congresso deve essere l’occasione per discutere del merito delle questioni». Qualche esempio? «Parliamo di lavoro. Non basta dire no al decreto dignità, che comunque sta facendo grossi danni a lavoratori e aziende. Dobbiamo proporre altro. Quando eravamo al governo abbiamo fatto il Jobs Act: sarebbe utile ora modificarl­o in alcune sue parti? Discutiamo­ne. Economia: ripartiamo dalle idee contenute nella contromano­vra presentata da Padoan e Renzi. Sicurezza dei cittadini: in questi i sindaci del Pd hanno segnalato problemi e avanzato proposte, ascoltiamo­li».

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Matteo Renzi e Matteo Biffoni alla «Maratonina di Prato» 2017

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