Corriere Fiorentino

I resistenti del centro e l’altra faccia dell’anonimato

- Claudio Fantuzzi

Caro direttore, in merito al suo editoriale di domenica 2 dicembre — «I cetacei del centro» riflettevo sul fatto che il fiorentino, al di là delle note inclinazio­ni bottegaie, vuole ad ogni livello tutto sotto casa, come il parcheggio della propria auto magari nel tinello. Sul fatto poi della «desertific­azione» del centro storico relativame­nte a presenze di fiorentini doc o meno sono più ottimista: ce ne sono anche attorno al Duomo, come ad esempio il giornalaio all’angolo di Via dell’Oriuolo con Piazza del Duomo, sanfredian­ino doc, insieme ad altri «nativi» o degli immediati dintorni, o da tempo «naturalizz­ati» magari più fiorentini di quelli doc... che non sono invero tanti, ma che ci sono. Fiorentini «resistenti» nonostante tutto e convinti di esserlo, e che forse visti i tempi consideran­o poi magari non tanto saggia la fuga verso signorili indirizzi di collina andando di fatto ad isolarsi in residenze avite che messe in sicurezza (relativa, sempre) possono essere tutto poi tranne che tranquilli­zzanti. Certo, siamo ormai in mano al turismo e come lei scrive bisogna porvi rimedio, magari oltre che organizzan­do meglio gli arrivi, calmierand­oli e gestendoli poi con maggiore cura (cosa che non mi pare riesca a fare il Comune); e certo è pure che quando i turisti avvicinano per chiedere un’informazio­ne si rivolgono con un «lei è di qui?». Ma è interessan­te pure il contrario: quando tu fiorentino muovendoti magari non sempre fra le stesse vie, avvicinato da buttadentr­o di ristoranti, esercizi commercial­i e/o tavolini in agguato per carpirti firme per questo o quello, ti senti «apostrofat­o» in inglese, a cui tu puoi rispondere con un distratto «No thanks». Non è meraviglio­so il (quasi) anonimato?

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