Oratorio del Ceppo
Così il Beato Angelico è tornato a casa a 52 anni dall’Alluvione
È stato un lungo percorso, dal quell’anno orribile 1966. Ma da oggi i danni dell’alluvione sono un ricordo. È finalmente giunto a compimento il restauro dei tesori contenuti nella sede della Compagnia di San Niccolò del Ceppo, nell’oratorio di via de’ Pandolfini: un intervento di 22 anni, sostenuto dalla Fondazione Cr Firenze con 1 milione di euro e la collaborazione della Soprintendenza e della confraternita fiorentina, iniziato nel 1996 con il primo intervento al portale d’ingresso e culminato con il restauro del Crocifisso di Beato Angelico.
L’opera, dopo l’esposizione alla Fondazione Cr Firenze, è tornata nella sagrestia dell’oratorio dove era affisso dal diciassettesimo secolo; accanto, inoltre, in un nuovo percorso espositivo curato da Elisabetta Nardinocchi e Ludovica Sebregondi su progetto dell’architetto Antonio Fara, anche dipinti, sculture e il patrimonio liturgico della Compagnia. Un nuovo inizio festeggiato ieri in occasione della festa del santo patrono con la celebrazione dell’arcivescovo Giuseppe Betori. «Siamo dentro una storia gloriosa, oggi rinnovata — sono state le sue parole — una perfetta espressione di bellezza e carità che da seicento anni è caratteristica della Compagnia di San Niccolò di Bari, nata a fianco dei giovani». Tra loro nel 1776 anche un sedicenne Luigi Cherubini, che nell’oratorio di San Niccolò mosse i primi passi da compositore: un luogo fondamentale per la carriera del musicista fiorentino, che ieri ha ricevuto per questo la visita dei discendenti. Da oggi ammirabile in tutta la sua meraviglia artistica, dagli arredi alla volta affrescata da Giovan Domenico Ferretti, nei seguenti orari: ogni sabato non festivo e il primo giovedì del mese alle 17 (dopo la messa) e il lunedì dalle 19.45. Aperto, su prenotazione, anche per gruppi.