INNO ALLA GIOIA ARRIVANO I CORI GOSPEL
Sedici appuntamenti per un fuoco di fila di concerti che coprono tutta la Toscana Gli Harlem Voices canteranno a Carrara e per Prato, Siena e Firenze c’è Pastor Ron Il console Usa Benjamin Wohlauer: questi eventi ricordano che la cultura unisce
È la musica della fratellanza, del riscatto e della speranza. Nato nei latifondi dell’America profonda, dall’animo oppresso di milioni di africani strappati dalla propria terra per diventare schiavi. Cantano insieme per ricordarsi di essere uomini, coordinare il lavoro o rimettersi a Dio.
Proprio come «parola di Dio» è arrivato a noi oggi il gospel, genere musicale il cui termine rimanda alla componente spirituale, dando origine a blues, jazz, rock ‘n’ roll, r&b, soul e country: in Italia viene celebrato principalmente dal Toscana Gospel Festival, appuntamento natalizio che da ventitré anni sparge questo ritmo in tutta la regione. Non può certo mancare anche stavolta, dal 15 dicembre al 1 gennaio, con le due nuovissime tappe di Chiusi e Carrara: sedici spettacoli che costituiscono la più grande e longeva rassegna italiana di gospel, che nel tempo ha portato in scena 280 cori, 2800 artisti e oltre 300 spettacoli. «Il gospel è un canto popolare legato alla storia e alla tradizione americana, con radici africane e suggestioni europee. Una musica che testimonia il legame tra culture e che oggi dimostra, come gli italiani si sentano vicini alla cultura americana», ha commentato il Console Generale degli Stati Uniti Benjamin Wohlauer. «Eventi come questo arricchiscono la nostra storia comune e ci ricordano che è la cultura a unire i popoli». New Orleans, Atlanta, New York o il Nebraska: i cori