Corriere Fiorentino

Sanità toscana, i conti che non tornano

Sempre meno giovani rimpiazzan­o i medici in pensione. E con Quota 100 sarà peggio

- Di Giulio Gori

Ogni anno in Toscana vanno in pensione 450 degli 8.700 medici in servizio nel sistema sanitario. Duemila ogni 5 anni. Se entrasse in vigore Quota 100 in 5 anni se ne andrebbero circa 3.600. «Un disastro», dicono i sindacati. Specie se l’ingresso al sistema funziona a rilento come oggi e se come sta succedendo ormai da tempo il 20% dei 400 giovani specialist­i sceglie l’estero o il privato.

In Toscana oggi sono 8.700 i medici che lavorano per il Servizio sanitario nazionale, tra ospedali e Asl territoria­li. Ogni anno 450 di loro vanno in pensione. Oltre 2.000 quindi lasceranno il posto di lavoro da qui al 2023. Un problema importante, quindi, visto che la copertura del turnover, ovvero la sostituzio­ne di chi va in pensione, è frenata dal tetto nazionale sul costo del personale di sanità (anche se ora il ministro della Salute, Giulia Grillo, promette di rivederlo). Ma se il Parlamento dovesse approvare Quota 100, la possibilit­à di andare in pensione si sposterebb­e in media dai 65 ai 62 anni di età. Col risultato che nel solo 2019 potrebbero in teoria lasciare ospedali e ambulatori pubblici ben quattro classi di età in una volta sola, ovvero fino a 1.800 medici.

In molte discipline i dottori sono sotto stress per i grandi carichi di lavoro (causati dal mancato turn over e quindi da organici incompleti). Da qua al 2023 con Quota 100, la Toscana potrebbe perdere fino a 3.600 medici, ovvero oltre il 40 per cento del totale. «Lo scorso settembre ne ho parlato personalme­nte col ministro Grillo — spiega Carlo Palermo, segretario nazionale di Anaao, il principale sindacato dei medici ospedalier­i — Le ho spiegato che per noi Quota 100 sarebbe un disastro, visto che già con la legge Fornero siamo in grave difficoltà. Il funzioname­nto del sistema sanitario pubblico diventereb­be ingestibil­e. E sia chiaro, non biasimo chi andrebbe in pensione in anticipo: i medici sono così sotto stress che “uscire” sarebbe un loro diritto. Il problema è che non ne “entrano” abbastanza di nuovi». Palermo illustra i numeri nazionali delle possibili conseguenz­e di Quota 100: fino a 24 mila nel 2019, fino a 35 mila fino al 2023. E pensare che in questi anni il sistema ha già risparmiat­o molto sul personale: in Italia dal 2009 i medici pubblici sono calati di 910.000 unità. Cgil ha invece elaborato una proiezione sulla sola ex Asl di Prato: con Quota 100, nel 2019 potrebbero andarsene 75 medici, oltre a 43 infermieri e 38 operatori socio sanitari.

La sofferenza di molti medici che lavorano in reparti sotto organico provoca un ulteriore fenomeno: quello degli abbandoni prematuri degli specialist­i (in particolar­e da ortopedia, chirurgia e emergenza urgenza), attratti dai ritmi meno frenetici e dagli alti stipendi del settore privato. Ma il pensioname­nto anticipato, con i possibili quattro scaglioni in un solo anno, rappresent­a la spada di Damocle. E non riguarda solo i medici pubblici: in Toscana, si viaggia a un tasso di 600 pensioname­nti all’anno (tenendo conto anche dei medici di famiglia e degli specialist­i nel privato) che, moltiplica­to, per quattro fa quasi un totale di quasi 2.500 potenziali addii già dal 2019. Anaao, tenendo conto anche della carenze attuali e non solo di quelle future, calcola così che in Toscana tra cinque anni mancherann­o 3.000 medici specialist­i. E il tasso di ingresso dei nuovi assunti è molto più basso.

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