Caso Normale, la Lega contro il direttore E Barone: io non prendo ordini da voi
Ancora polemica sulla succursale a Napoli. Il deputato Ziello: il professore abbassi le penne
«Il direttore della Scuola Normale abbia maggiore rispetto del sindaco di Pisa e della città che lo ospita». Non solo: «Abbassi le penne e chieda scusa anzitutto alle migliaia di pisani che ci hanno votato e in secondo luogo alla storia di Pisa». Il deputato e segretario pisano della Lega Edoardo Ziello va all’attacco del direttore della Normale Vincenzo Barone che nei giorni scorsi ha risposto alle critiche del sindaco Michele Conti sull’apertura di una succursale della Scuola a Napoli. «Un inutile distaccamento che addirittura dovrebbe, dopo un triennio di sperimentazione, diventare autonomo, mettendosi di fatto in concorrenza con la stessa sede storica pisana», lo ha definito Conti dopo l’approvazione in commissione Bilancio della Camera dell’emendamento presentato da un deputato dei Cinque Stelle e uno della Lega (che è anche il partito del sindaco) che istituisce in via sperimentale la Scuola Normale Meridionale, in spazi messi a disposizione dall’Università Federico II di Napoli. «La Normale — ha aggiunto Conti — è nata a Pisa 208 anni fa e qui deve rimanere per continuare a dialogare con il mondo come ha sempre fatto». Il direttore della Scuola ha risposto in maniera puntuta a Conti. «Il sindaco ha una visione brianzola della città, che non mi appartiene. Il suo partito ripete continuamente di essere legittimato dal voto popolare e dalla maggioranza degli italiani che li sostengono e per questo dicono di voler attuare il loro programma. Ebbene, io avevo scritto chiaramente nel mio programma elettorale che volevo portare la Normale a Napoli», ha detto Barone. E ancora: «La Normale di Pisa è stata fondata da Napoleone, che aveva già fondato l’École Normale a Parigi. Ma se Napoleone avesse agito sulla base di una logica localistica, non avrebbe mai istituito un’altra scuola».Il botta e risposta — già inusuale — sembrava finito qui.
Ma Ziello, uomo forte della Lega a Pisa, ora rilancia la polemica su Facebook. «Gli ricordo (a Barone, ndr) che se non fosse per noi avrebbe ancora bivacchi e rifiuti della teppaglia sparsi per tutta piazza dei Cavalieri — scrive il deputato riferendosi all’ordinanza anti-bivacco della giunta Conti — per cui abbassi le penne e chieda scusa anzitutto alle migliaia di pisani che ci hanno votato e in secondo luogo alla storia di Pisa».
Sui social scoppia subito la polemica. Il consigliere regionale Pd Antonio Mazzeo commenta: «Un parlamentare che si permette di rivolgersi così al direttore di una delle migliori università d’Italia e d’Europa dovrebbe fare solo una cosa: VERGOGNARSI». Su Facebook Barone non commenta, limitandosi a condividere il post di Mazzeo. Ma non resta in silenzio. «Mi sfugge cosa voglia dire Ziello quando dice che sono “ospite di Pisa”, visto che abito qui da 10 anni — dice il direttore della Normale — Mi dice che devo abbassare le penne: se ritiene che io sia un pavone sono contento, è un animale che mi sta simpatico».
L’ironia però finisce qui. «Io sono un dipendente dello Stato e non del Comune di Pisa, quindi non prendo ordini né da Conti né da Ziello e non accetto interferenze sulle politiche della Scuola che dirigo», dice Barone, che aggiunge: «Io non ho problemi a dimettermi, ma a chiedermelo deve essere il ministro dell’Università (Marco Bussetti, tecnico in quota Lega, ndr), non il sindaco o chi per lui».
Barone riconosce che «questa amministrazione è impegnata a migliorare la vivibilità del centro storico, cosa di cui la giunta precedente (targata Pd, ndr) non si era occupata abbastanza», ma la rottura col Comune è profonda. E segna forse il punto più basso dei rapporti tra la Scuola e la città, almeno in anni recenti. «No, no, no — precisa il direttore — Il fatto è un altro: la mercificazione della cultura. Questa giunta vede solo il valore economico delle ricadute della Scuola sulla città, peccato non si siano accorti che noi portiamo risorse anche al Comune. Molto più di quelle che loro portano a noi».
❞ Barone Non ho problemi a lasciare, ma me lo deve chiedere il ministro, non il sindaco