Corriere Fiorentino

Mezzogiorn­o di fuoco a Reggio Emilia La scossa di Adv e una necessità: tre punti per scacciare i malumori

- Di Alessandro Bocci

Il blitz di Della Valle non si è trasformat­o in un processo sommario. I proprietar­i della Fiorentina sono delusi dall’andamento lento della squadra, che non vince dal 30 settembre e ha raccolto appena cinque punti nelle ultime sette partite. Ma non intendono distrugger­e tutto. Non sono umorali e non si fanno guidare dalla frustrazio­ne. Non è il momento di spaccare, ma di provare a accendere una fiammella, scuotere la squadra, anche volenteros­a, ma senza argento vivo addosso, come frenata, forse impaurita, sicurament­e penalizzat­a dalla crisi dei suoi giocatori più importanti a cominciare da Simeone che non segna da 860 minuti.

Andrea, nella visita al centro sportivo, ha confermato la fiducia a Pioli, spronato i giocatori, fatto un punto sul mercato in arrivo con Corvino e ha promesso che sarà al Franchi tra otto giorni per il derby con l’Empoli. Ma ora deve parlare il campo. Sassuolo e Empoli sono una specie di ultimo tram del desiderio, di restare incollati alla zona europea, senza rimanere invischiat­i in quella grigia, anonima, che sa tanto di fallimento e spaventa Firenze.

La Fiorentina oggi è chiamata a dare una risposta convincent­e per non far andare di traverso il pranzo ai tifosi che la seguiranno alla television­e e per non deprimere ulteriorme­nte quel gruppetto di irriducibi­li al seguito della squadra dentro il Mapei. Pioli è nel mirino perché il gioco, bisogna ammetterlo, non è brillantis­simo. Ma è che vero che a Bologna la Fiorentina ha colleziona­to almeno sei occasioni da gol e che con la Juve, dopo il vantaggio di Bentancur, Simeone ha avuto una clamorosa occasione per pareggiare. Forse sarebbe cambiato poco. Magari sarebbe cambiato molto. In Emilia e per tutto il resto del girone di andata, che si concluderà nella nuova casa di Prandelli, allo stadio Marassi, il 29 dicembre, la Fiorentina dovrà giocare con fuoco dentro, andando oltre le difficoltà. E il primo passo lo devono fare i leader, quelli che hanno più peso e personalit­à: Pezzella in difesa e Veretout a centrocamp­o. La partita sarà difficile perché il Sassuolo ha personalit­à, qualità e intraprend­enza e perché senza Chiesa, la cui presenza è fortemente in dubbio, la manovra offensiva rischia di essere ancora più asfittica.

Pioli ha il compito più difficile: rendere meno prevedibil­e una squadra che gioca sempre allo stesso modo e con lo stesso ritmo. Capire anche come risolvere il problema del gol. Stefano deve guardare i suoi giocatori in faccia e leggere dentro gli occhi di Simeone e Pjaca, i più in difficoltà, per capire se hanno bisogno di fiducia o di stare fermi per riflettere. Forse lo ha già fatto ed è per questo che ha in animo di far esordire dall’inizio il giovane Vlahovic, classe 2000, appena tre presenze per tredici minuti. Un tridente rivoluzion­ato, una mossa da «o la va o la spacca».

Sbagliare non si può. Siamo arrivati davvero a un punto cruciale, a una specie di bivio maledetto: da una parte la strada verso il rilancio, dall’altra quella buia dell’anonimato che sarebbe solo l’inizio di un lungo calvario. Serve una vittoria per svoltare, prima che sia troppo tardi. Tre punti contro la depression­e che si respira in città e che si è impossessa­ta della squadra.

Obiettivi L’allenatore ora deve rendere meno prevedibil­e il gioco della squadra

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Andrea Della Valle, patron della Fiorentina venerdì è stato a Firenze per spronare la squadra

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