Mezzogiorno di fuoco a Reggio Emilia La scossa di Adv e una necessità: tre punti per scacciare i malumori
Il blitz di Della Valle non si è trasformato in un processo sommario. I proprietari della Fiorentina sono delusi dall’andamento lento della squadra, che non vince dal 30 settembre e ha raccolto appena cinque punti nelle ultime sette partite. Ma non intendono distruggere tutto. Non sono umorali e non si fanno guidare dalla frustrazione. Non è il momento di spaccare, ma di provare a accendere una fiammella, scuotere la squadra, anche volenterosa, ma senza argento vivo addosso, come frenata, forse impaurita, sicuramente penalizzata dalla crisi dei suoi giocatori più importanti a cominciare da Simeone che non segna da 860 minuti.
Andrea, nella visita al centro sportivo, ha confermato la fiducia a Pioli, spronato i giocatori, fatto un punto sul mercato in arrivo con Corvino e ha promesso che sarà al Franchi tra otto giorni per il derby con l’Empoli. Ma ora deve parlare il campo. Sassuolo e Empoli sono una specie di ultimo tram del desiderio, di restare incollati alla zona europea, senza rimanere invischiati in quella grigia, anonima, che sa tanto di fallimento e spaventa Firenze.
La Fiorentina oggi è chiamata a dare una risposta convincente per non far andare di traverso il pranzo ai tifosi che la seguiranno alla televisione e per non deprimere ulteriormente quel gruppetto di irriducibili al seguito della squadra dentro il Mapei. Pioli è nel mirino perché il gioco, bisogna ammetterlo, non è brillantissimo. Ma è che vero che a Bologna la Fiorentina ha collezionato almeno sei occasioni da gol e che con la Juve, dopo il vantaggio di Bentancur, Simeone ha avuto una clamorosa occasione per pareggiare. Forse sarebbe cambiato poco. Magari sarebbe cambiato molto. In Emilia e per tutto il resto del girone di andata, che si concluderà nella nuova casa di Prandelli, allo stadio Marassi, il 29 dicembre, la Fiorentina dovrà giocare con fuoco dentro, andando oltre le difficoltà. E il primo passo lo devono fare i leader, quelli che hanno più peso e personalità: Pezzella in difesa e Veretout a centrocampo. La partita sarà difficile perché il Sassuolo ha personalità, qualità e intraprendenza e perché senza Chiesa, la cui presenza è fortemente in dubbio, la manovra offensiva rischia di essere ancora più asfittica.
Pioli ha il compito più difficile: rendere meno prevedibile una squadra che gioca sempre allo stesso modo e con lo stesso ritmo. Capire anche come risolvere il problema del gol. Stefano deve guardare i suoi giocatori in faccia e leggere dentro gli occhi di Simeone e Pjaca, i più in difficoltà, per capire se hanno bisogno di fiducia o di stare fermi per riflettere. Forse lo ha già fatto ed è per questo che ha in animo di far esordire dall’inizio il giovane Vlahovic, classe 2000, appena tre presenze per tredici minuti. Un tridente rivoluzionato, una mossa da «o la va o la spacca».
Sbagliare non si può. Siamo arrivati davvero a un punto cruciale, a una specie di bivio maledetto: da una parte la strada verso il rilancio, dall’altra quella buia dell’anonimato che sarebbe solo l’inizio di un lungo calvario. Serve una vittoria per svoltare, prima che sia troppo tardi. Tre punti contro la depressione che si respira in città e che si è impossessata della squadra.
Obiettivi L’allenatore ora deve rendere meno prevedibile il gioco della squadra