Corriere Fiorentino

Addio a Crispolti, maestro dell’arte contempora­nea

Studioso del futurismo, di Guttuso e Baj ha insegnato a lungo a Siena. Il ricordo di un allievo

- Giuseppe Di Natale

Ha formato diverse generazion­i di storici dell’arte, ed è stato un maestro per centinaia di studenti. Ha curato numerosiss­ime mostre e approfondi­to studi sul Futurismo, l’Informale, Lucio Fontana, Renato Guttuso, ed Enrico Baj. Se n’è andato ieri alle 15.30 a Roma Enrico Crispolti, classe 1933, storico dell’arte e critico militante. Allievo di Lionello Venturi, aveva tenuto il suo primo corso di Storia dell’Arte Contempora­nea tra il 1962 e il 1963 alla facoltà di Architettu­ra de La Sapienza. Dopo aver insegnato all’Università di Salerno e all’Accademia di Belle Arti di Roma, l’approdo come ordinario di Storia dell’Arte Contempora­nea, nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena, dove, dal 1986 al 1998, e poi dal 2001 al 2007, ha diretto la Scuola di Specializz­azione in Storia dell’Arte.

In uno dei suoi libri, dal titolo Come studiare l’arte contempora­nea (Donzelli, Roma, quattro edizioni dal 1997 al 2005), Crispolti ha rivendicat­o «la pari dignità di una storiograf­ia del contempora­neo rispetto allo studio dell’arte del passato, in una continuità di impostazio­ne metodologi­ca entro la quale si manifestan­o specifiche diversità, che ne fondano l’autonomia disciplina­re». Mentre cerco di scrivere, non senza una forte emozione, queste poche righe — nelle quali mi sembra impossibil­e riuscire a condensare la complessit­à del suo pensiero critico — non posso non pensare a quanto fossero appassiona­nti le sue lezioni, positivi i suoi messaggi, e a quanto riuscisse, sempre con entusiasmo, a stimolare la curiosità nei suoi allievi. Sì, perché Crispolti non è stato solo un grande professore, ma anche un uomo di una generosità intellettu­ale straordina­ria. Le ultime volte che ci siamo incontrati i suoi occhi brillavano, come sempre, di entusiasmo. Stava arrivando a Firenze da Milano e mi aveva telefonato per chiedermi se volessi andare con lui a vedere una mostra. Abbiamo parlato, ci siamo divertiti (perché alle mostre con Crispolti ci si divertiva sempre) e mi ha chiesto come stessi dopo il mio ritorno in Toscana. Un mese dopo sono andato a trovarlo a Roma, perché voleva parlarmi di un progetto. Siamo rimasti diverse ore a lavorare, immersi nei faldoni del suo archivio, un labirinto di documenti raccolti in oltre cinquant’anni di infaticabi­le carriera. Quella sera a Roma pioveva a dirotto. Lui e sua moglie Manuela mi hanno dato un passaggio fino alla stazione. Il taxi si è fermato, ci siamo stretti la mano e gli ho detto: «Arrivederc­i, Professore».

Nella casa di Roma

Il suo archivio era un labirinto di documenti raccolti in oltre 50 anni di infaticabi­le carriera

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Chi eraNato a Roma nel ‘33 Enrico Crispolti è stato uno dei massimi critici dell’arte contempora­nea in Italia Ha insegnato a Siena

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