Corriere Fiorentino

Shapiro & Vandelli, il tour degli ex nemici

Domani al Verdi di Firenze i gemelli diversi del beat

- Edoardo Semmola

Insieme «Quando saliamo sul palco riusciamo ancora a sentire il brivido e l’energia di una volta»

Sono i gemelli diversi del beat, avversari nella battaglia discografi­ca, divisi da culture di provenienz­a, ma uniti dall’amore per la musica inglese degli anni Sessanta: ora Shel Shapiro e Maurizio Vandelli, l’inglese che portò il beat in Italia per la prima volta e l’italiano che andò a studiarlo a Londra e creò uno stile, frontmen dei gruppi storici The Rokes e Equipe 84, hanno formato un duo dopo 50 anni di rivalità. E hanno realizzato un disco che già dal titolo richiama quelle atmosfere: Love and Peace, con i più grandi successi di entrambi, cantati a due voci, da Che colpa abbiamo noi a Bisogna saper perdere, 29 settembre e Tutta mia la città e poi Un angelo blu, Bang bang, È la pioggia che va, Io ho in mente te.

La loro è una delle fusioni di cui si parla più da anni nel mondo musicale e per il debutto hanno scelto Firenze: domani alle 20.45 al Teatro Verdi. Per uno spettacolo di oltre due ore con dentro le canzoni dell’Equipe 84, dei The Rokes, ma anche delle successive fasi da solisti dei due cantanti, con proiezioni di foto e video d’epoca su un grande schermo.

Il titolo del disco e del tour non avrebbe bisogno di spiegazion­i, perché sono entrambi figli della stagione di pace e amore, ma Shapiro lo illustra ugualmente: «La nostra storia nasce nel periodo del Flower Power, del pacifismo, del movimento giovanile ma questo titolo vuole essere un segno di solidità e non di rifiuto. Abbiamo bisogno e di abbracciar­e il mondo e di allargare le mani verso tutti». Mentre per Vandelli quelle due parole sono rivolte internamen­te: «A noi due che non andiamo mai d’accordo su nulla». Il loro rapporto di amici-nemici è nato nel 1965, il giorno dell’inaugurazi­one del mitico Piper, quando Vandelli chiese a Shapiro se avrebbero potuto fare un pezzo insieme, e il cantante inglese rispose piccato: «Nessuno può dirmi cosa fare». Da allora tanta ruggine ma grande rispetto artistico: «Quando saliamo su un palco riusciamo ancora a sentire il brivido e l’energia di una volta — ha raccontato Shel Shapiro — Insieme tireremo fuori una carica che per molti potrebbe essere inedita». «All’epoca non avremmo mai pensato di essere ancora qui, cinquant’anni dopo — gli ha fatto eco Vandelli — Il momento però è quello giusto». Poi insieme: «Abbiamo un compito e un dovere, anche alla nostra età, quello di emozionare il prossimo». Posti numerati da 25 a 45 euro.

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