Normale, salta lo sbarco a Napoli La Lega: vittoria, prima i pisani
In un video con i Fori Imperiali sullo sfondo, il sindaco di Pisa Conti e il deputato leghista Ziello esultano via Facebook: «Abbiamo salvato la Normale di Pisa. Prima i pisani». I due sono appena usciti dalla riunione al ministero che ha bocciato il progetto di una Scuola Normale del Sud a Napoli, fortemente voluta dal direttore della Normale Vincenzo Barone. Il governatore Rossi polemizza con il mancato invito della Regione al tavolo del ministero, mentre gli studenti (caso unico nella storia della Scuola) hanno presentato una mozione di sfiducia nei confronti del direttore Barone.
Per Vincenzo Barone è pronta una mozione di sfiducia, la prima nella storia della Scuola Normale, da discutere nella prossima seduta del Senato Accademico a gennaio. L’hanno presentata Giovanni Tonolo, veneziano che frequenta il corso di Storia Contemporanea e Stefano Cusumano, palermitano del dipartimento di Fisica. Sono i rappresentanti degli studenti in Senato accademico.
Dopo lo smacco del naufragio del progetto di una sede distaccata della Scuola a Napoli, arriva per il direttore il momento di fare i conti con il fronte interno. Che borbotta malcontento nel caso dei docenti e urla disappunto in quello degli studenti. «La nostra contrapposizione è sul metodo e sul merito di tutta l’operazione, a cui ci opponiamo fermamente», racconta Michele Gammella, che rappresenta gli allievi in Consiglio d’Amministrazione della Scuola, studia Storia Antica ed è di Caserta. L’origine campana non è un motivo in per essere a favore della Normale a Napoli — spiega— «perché davvero non condividiamo nulla di quello che il direttore ha portato avanti in queste settimane». Le accuse a Barone, a cui gli studenti esprimono «sfiducia totale», sono pesanti. «Mancanza di trasparenza», «piglio autoritario», si legge nel comunicato diffuso dai rappresentanti studenteschi nel tardo pomeriggio. E ancora: «Voleva creare una cattedrale nel deserto».
Gli studenti eletti negli organi, che alla Normale non riconducono le proprie liste elettorali a un’appartenenza ideologica o assimilabile agli orientamenti dei partiti nazionali, parlano con una sola voce. Gammella mette in viva voce la telefonata in cui esprime il suo disappunto, per condividerne il contenuto con i due colleghi che hanno presentato la mozione di sfiducia: «Innanzitutto — dice — c’è stata assoluta mancanza di chiarezza e trasparenza del direttore». A dire il vero Barone aveva annunciato la possibilità di condurre in porto l’operazione Normale del Sud nel discorso inaugurale dell’anno accademico. «Dire che c’è un’ipotesi alla cerimonia d’inaugurazione dell’anno accademico del 2017 non è certo quello che ci aspettavamo quando parliamo di coinvolgimento — continua Gammella — Come tutti gli altri, ci siamo resi conto del progetto quando è comparso l’emendamento. Non abbiamo potuto parlare e confrontarci su nulla». Se possibile gli allievi sono ancor più critici sul merito dell’idea di aprire un distaccamento della Scuola al Sud. Gammella descrive il paventato distaccamento della Normale a Napoli come «una scatola vuota, una cattedrale nel deserto, qualcosa che si molto lontano da una gestione consapevole dei fondi che l’università dovrebbe gestire». Studenti e Lega uniti nella lotta? «Eravamo e siamo contro la Normale del Sud, ma con motivazioni opposte a quelle sovraniste dei leghisti. Certamente teniamo al bene della Scuola, ma la nostra posizione non ha nulla a che vedere con la difesa dell’identità cittadina». La mozione di sfiducia al direttore sarà discussa a gennaio, con la difficoltà di farla avallare dai due terzi del Senato accademico. E anche qualora riuscisse questo passaggio, la decadenza di Barone non sarebbe automatica: la scelta, da statuto, tornerebbe al corpo elettorale della Scuola. Voto di gennaio a parte, resta il fatto che in una parte del corpo docente c’era dissenso per una operazione vista come una «diluizione» della Normale, uno snaturamento di quella che è una comunità unica, motivato anche dal mancato coinvolgimento della «comunità della Normale» in una decisione così importante e inedita.
❞ L’accusa Da parte di Barone una assoluta mancanza di trasparenza: non si è confrontato con nessuno
❞ Tra i docenti Il dissenso per una operazione che era vista come uno snaturamento della Normale