Stop alla Normale del Sud Il ministero boccia Barone
No alla sede napoletana della Scuola. Esultano la Lega e il sindaco Conti: «Prima i pisani»
Il ministero dell’Università cancella il progetto di una sede della Scuola Superiore Normale nel Sud. L’eccellenza pisana non gestirà alcun fondo speciale e non avrà alcun distaccamento a Napoli, nei locali dell’Università Federico II. I 50 milioni di euro stanziati per l’operazione fortemente voluta dal direttore della Normale Vincenzo Barone andranno all’Ateneo partenopeo, che svilupperà un proprio progetto.
La volontà di Barone esce sconfitta dall’opposizione del sindaco di Pisa Michele Conti e del deputato pisano Edoardo Ziello, entrambi della Lega, che ieri mattina — dopo giorni di polemiche a distanza — si sono ritrovati faccia a faccia con il direttore della Scuola a Roma, negli uffici del ministero dell’Istruzione, e con rettore della Federico II Gaetano Manfredi. Non c’era il ministro Marco Bussetti (un tecnico in quota Lega), sostituito dal suo capo di gabinetto che ha sposato la posizione del sindaco Conti e dell’onorevole Ziello, bocciando così il progetto della Normale del Sud. L’incontro è stato molto teso. I due rettori hanno illustrato il loro progetto, gli interlocutori pisani hanno replicato: «Non ci sono le condizioni politiche per realizzare il progetto». «Vogliamo che al Sud ci sia un’eccellenza universitaria — ha spiegato Ziello — ma non dobbiamo esportare proprio nulla». Nelle ore precedenti il parlamentare di Cascina aveva avuto uno scambio con Bussetti, dal quale aveva ricevuto il «via libera alla difesa della posizione che va contro la logica dell’esportazione del brand della Normale». Un punto su cui la riunione si accende: Ziello accusa Barone di dimenticare che «la Scuola Normale è di Pisa» e il sindaco Conti fa notare al direttore come «nella pubblicizzazione degli eventi organizzati dalla Scuola sia scomparsa la denominazione di Pisa». Il capo di gabinetto del ministero prende la parola per tirare le somme: il progetto da Barone e Manfredi è bocciato.
Conti e Ziello, usciti dal ministero, pubblicano un video su Facebook con sullo sfondo i Fori imperiali. Il loro messaggio è chiaro: la Lega ha salvato l’identità pisana. «La Scuola Normale è salva» esulta il sindaco,
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«Prima i pisani» gli fa eco Ziello. «Non sarebbe mai stata la Normale comunque — dice invece Manfredi in una intervista al Corriere del Mezzogiorno in edicola oggi — Il sindaco e il deputato non volevano mollare il brand Normale. Tutto qua. Un ritorno alle repubbliche marinare». Il direttore Barone decide di non rilasciare alcun commento. Nei giorni scorsi aveva legato il suo mandato in modo così forte al progetto della sede a Napoli da dichiarare al Corriere Fiorentino: «Io non ho problemi a dimettermi, ma deve chiedermelo il ministro, non il sindaco di Pisa».
All’attacco di Conti e Ziello va il governatore toscano Enrico Rossi, contrariato per l’esclusione della Regione dalla riunione al ministero: «Questa decisione significa la perdita di almeno 50 milioni che la Normale, da Pisa, avrebbe potuto gestire». Anche la consigliera regionale del Pd Alessandra Nardini attacca la Lega.
Ziello invece torna ad attaccare Barone: «Il direttore dovrebbe chiedere scusa per il modo in cui si è comportato: sbagliare è umano ma perseverare è diabolico, quindi se non lo fa dovrebbe pensare al suo ruolo nella Scuola». Di fatto, un invito a dimettersi.