Sant’Orsola, si riparte dai fondi pubblici Nardella: non sarà un altro mangificio
Il confronto sul futuro dell’ex convento. Spunta anche l’ipotesi di un utilizzo temporaneo
Per Sant’Orsola si cambia strategia. Ad annunciarlo è il sindaco della Città metropolitana Dario Nardella durante l’incontro pubblico sul futuro dell’ex convento che, ieri sera, nella Palazzina Reale (sede dell’Ordine e della Fondazione degli architetti fiorentini) ha richiamato comitati, residenti, architetti, urbanisti e, naturalmente, il mondo della politica fiorentina per lanciare il percorso partecipativo sul futuro del complesso.
«Non permetterò che Sant’Orsola si trasformi in un altro polo della ristorazione e del cibo, data la vicinanza con il Mercato centrale di San Lorenzo — sottolinea il primo cittadino nel suo intervento — Per il progetto generale di riqualificazione o ci rivolgeremo al pubblico o al privato no profit. Ma bisogna anche fare i conti con quello che abbiamo in cassa e 20-25 milioni, purtroppo, Palazzo Medici Riccardi non ne ha. Per questo motivo vanno trovati fondi a livello europeo, nazionale e regionale, fondazioni private come abbiamo fatto per i Lupi di Toscana».
Ma questa non è l’unica idea che ieri Nardella ha tirato fuori dal suo cilindro: il sindaco, infatti, ha lanciato un’altra ipotesi tutta da studiare e verificare con gli uffici della Città metropolitana: ovvero, l’utilizzo temporaneo dell’ex mo- nastero. In che modo?
«Ancora non so, bisogna pensarci bene e invito tutti a lanciare dei progetti. Non solo. Immagino anche di interrompere i lavori la prossima estate, o al termine del primo lotto, per aprire il piano terreno ai cittadini, agli eventi, alle cultura. Si potrebbe lanciare un concorso di idee da marzo. Ma è tutto da verificare perché questo, poi, potrebbe allungare di molto i tempi del cantiere» spiega Nardella. Ciò che è venuto fuori dall’incontro pubblico di ieri sul futuro di Sant’Orsola è sicuramente la voglia di rigenerare l’intera area e la necessità di restituire funzioni e identità al centro.
All’evento ha parlato, tra gli altri, il presidente dell’ordine degli architetti Serena Biancalani secondo cui «la riqualificazione dell’ex convento è strategica per ripensare la vivibilità non solo del rione di San Lorenzo. E può diventare il motore di rigenerazione dell’intera zona».
Per Francesco Alberti, docente di progettazione urbanistica, Sant’Orsola è «parte viva della città”, e il suo recupero “può essere un’opportunità», tema sviluppato anche dal direttore dell’Accademia di Belle Arti di Firenze Claudio Rocca che ha anche proposto di ricostituire in quell’edificio «il Polo delle Arti con Isia, Accademia e Conservatorio». A fine serata, arriva per bocca di Emanuele Salerno, del Santorsolaproject (che ha lanciato il percorso di partecipazione), la soddisfazione del coordinamento di residenti ed esperti di rigenerazione urbana «per l’impegno confermato dal sindaco e per le idee che sono scaturite dal dibattito».