Gol e corsa, la scalata di Mirallas che ha scalzato Pjaca
Il belga giocherà titolare contro l’Empoli dopo la rete di Reggio Emilia. E il croato scivola in panchina
Sarà perché è un amante della moda e della buona cucina. O magari perché (da sempre) adora l’arte. Di certo c’è che Kevin Mirallas si è letteralmente innamorato di Firenze, ed è deciso a tutto pur di restarci. Ha trovato casa a Bagno a Ripoli, e non vorrebbe più muoversi.
Francia, Grecia, Inghilterra, ancora Grecia poi, l’estate scorsa, l’Italia. Kevin, in carriera, ha girato come una trottola. Alla perenne ricerca di una consacrazione che, però, non è mai arrivata. Eppure, di talento ne ha. Eccome. Non a caso può vantare 60 presenze (condite da 10 gol) con il Belgio. Come spesso capita ai giocatori come lui però, tanto genio e parecchia sregolatezza, gli è (quasi) sempre mancata la continuità. Sotto tutti i punti di vista. Un discorso, questo, che vale anche per la sua (seppur breve) esperienza viola. Un buon impatto, una bella prestazione a San Siro con l’Inter ma anche, per non dire soprattutto, qualche occasione mancata di troppo. Come quelle del 27 ottobre e del 3 novembre scorsi quando, prima col Torino e poi con la Roma, ebbe due opportunità per convincere Pioli.
Due gare però, nelle quali il belga manco clamorosamente l’appuntamento. Con tanti saluti alla sua «smania». Fu lo stesso allenatore a raccontarlo dopo il match vinto per 3-0 contro la Spal nel quale, Mirallas, rimase inizialmente in panchina. «Era inc... — disse Pioli — perché era convinto di giocare». Rabbia positiva, sia chiaro, sfociata finalmente nel primo gol stagionale domenica scorsa, a Sassuolo. Primo, e per ora unico, sigillo in Serie A. Del resto, nel complesso, non è che abbia avuto molto spazio: 10 presenze, di cui soltanto 3 dall’inizio, e la miseria di 380’ giocati. Kevin ha ingoiato e, ora, è pronto a cogliere l’attimo. Il sigillo di Reggio Emilia gli è valso il sorpasso su Pjaca e domenica, contro l’Empoli, l’ex Everton sarà quasi certamente titolare. «Mi aspetto una partita difficile — ha detto ieri l’11 viola protagonista al Fiorentina Store Duomo — perché è un derby ma vogliamo vincere, anche per i nostri tifosi che per noi sono molto importanti e meritano di tornare a gioire visto che la vittoria ci manca da quasi tre mesi». Magari, quel suo gol al 97’, può esser stato quello buono per la svolta. «Per come è arrivato si, ci ha dato grande forza», ha ammesso Mirallas stesso.
Si riparte da lì, allora. Primo passo per convincere la società, a giugno, a tirar fuori gli 8 milioni necessari per riscattarlo. Lui ce la metterà tutta. Perché Firenze gli è già entrata nel cuore.